Omelia del Vescovo per la Santa Messa della Solennità della S.S. Madre di Dio – 1 gennaio 2020

La pienezza del tempo

  1. Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4,4). Quest’oggi a conclusione dell’Ottava di Natale, la liturgia ci presenta l’icona della Madre di Dio, la Vergine Maria. L’apostolo Paolo indica in Lei la “donna” dalla quale ‘abbiamo ricevuto l’Autore della vita’ (Colletta). Maria di Nazareth è la Theotokos, la Madre di Dio! All’inizio di questo nuovo anno ci mettiamo docilmente alla sua scuola. Desideriamo imparare da Lei, la Madre santa, ad accogliere nella fede e nella preghiera la salvezza, la pienezza della grazia che Dio non cessa di donare a quanti confidano nel suo amore misericordioso, pienezza disseminata lungo i giorni dell’anno che sta davanti a noi.
  2. Salutiamo l’anno nuovo, il 2020 che ha iniziato il suo cammino: il cammino delle ore, dei giorni, delle settimane, e dei mesi. Salutiamo questa nuova fase del tempo umano, fissando lo sguardo sul Mistero che indica la pienezza del tempo annunciato da San Paolo nella Lettera ai Galati con queste parole: Quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio, nato da donna (Gal 4, 4). La Chiesa saluta l’anno nuovo del calendario umano, partendo dal nucleo centrale di questo mistero: Dio Figlio, nato da donna. Il tempo umano del calendario non ha una sua pienezza. Significa soltanto lo scorrere dei giorni, è cronologico. Dio solo è pienezza, pienezza anche del tempo umano. Questa si realizza quando Dio entra nel tempo. Non è che al “tempo giusto, pieno (pieno di che cosa?)” entra nella storia il Verbo, ma quando entra nella storia il Verbo il “tempo diventa giusto e pieno”
  3. Salutiamo l’anno nuovo nella luce del mistero della nascita del Bambino umano-divino! Questo mistero fa sì che il tempo umano, passando, diventi partecipe di ciò che non passa. Di ciò che ha per metro l’eternità. In modo sintetico e penetrante San Paolo dice: “Dio mandò il suo Figlio . . . perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4, 4-5). Questa è la prima dimensione del mistero della ‘pienezza dei tempi’, il suo primo aspetto, la sua prima conseguenza. E poi c’è la seconda dimensione, il secondo aspetto: “Che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!” (Gal 4, 6). Proprio questo “Abbà, Padre” – questo grido del Figlio, che è consostanziale al Padre, questa invocazione dettata dallo Spirito Santo ai cuori dei figli e delle figlie di questa terra, è segno della pienezza del tempo.
  4. Oggi, nel primo giorno dell’anno nuovo, allarghiamo lo sguardo: cerchiamo di abbracciare tutti gli uomini che vivono sul nostro pianeta. A tutti vogliamo dire: noi non siamo soltanto il “genere umano” che popola la faccia della terra, noi siamo una famiglia! “Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre”. Coloro che possono dire così – coloro che hanno lo stesso Padre – non sono forse una sola famiglia? “Quando nella potenza dello Spirito di Cristo, gridiamo a Dio “Abbà, Padre”, in questo grido, alla soglia del nuovo anno, la Chiesa esprime per mezzo nostro anche il desiderio della pace sulla terra” (San Giovanni Paolo II, Omelia 1 gennaio 2004). E prega così: “Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace” (cfr. Nm 6, 26). In questo giorno santo i Papi da San Paolo VI in avanti hanno voluto si celebrasse in tutto il Mondo la Giornata mondiale della Pace: quest’anno il Messaggio di Papa Francesco porta il tema ‘La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica.’ Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace” (cfr. Nm 6, 26).
  5. Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4,4). “Nato da donna: così è venuto Gesù. Non è apparso nel mondo adulto ma, come ci ha detto il Vangelo, è stato “concepito nel grembo” (Lc 2,21): lì ha fatto sua la nostra umanità, giorno dopo giorno, mese dopo mese. Nel grembo di una donna Dio e l’umanità si sono uniti per non lasciarsi mai più: anche ora, in cielo, Gesù vive nella carne che ha preso nel grembo della madre. In Dio c’è la nostra carne umana!  Nel primo giorno dell’anno celebriamo queste nozze tra Dio e l’uomo, inaugurate nel grembo di una donna. In Dio ci sarà per sempre la nostra umanità e per sempre Maria sarà la Madre di Dio. È donna e madre, questo è l’essenziale. Da lei, donna, è sorta la salvezza e dunque non c’è salvezza senza la donna. Lì Dio si è unito a noi e, se vogliamo unirci a Lui, si passa per la stessa strada: per Maria, donna e madre. Perciò iniziamo l’anno nel segno della Madonna, donna che ha tessuto l’umanità di Dio. Se vogliamo tessere di umanità le trame dei nostri giorni, dobbiamo ripartire dalla donna” (Francesco, Omelia 1 gennaio 2020). Dall’inizio della storia terrena dell’uomo cammina su questa terra la donna. Il suo primo nome è Eva, madre dei viventi. Il secondo nome viene rivelato solo nella pienezza del tempo. Il nome è “Myriam”: Maria, la vergine di Nazaret, sposa di Giuseppe della casa di Davide. Maria, mistica sposa dello Spirito Santo!  Infatti, “né da volere di carne, né da volere di uomo” (cfr. Gv 1, 13) ma dallo Spirito Santo proviene la sua maternità.
  6. Contempliamo la divina maternità di Maria guardando con stupore “il bambino che giaceva nella mangiatoia” (Lc 2, 16) a Betlemme, segno che esprime la pienezza del tempo. Il neonato che giace nella mangiatoia doveva ricevere il nome “Gesù” –Dio è la salvezza’-. Con questo nome lo chiamò l’Arcangelo Gabriele all’annunciazione e con questo nome viene chiamato oggi, l’ottavo giorno dopo la nascita, secondo le prescrizioni della legge israelitica. Il Figlio di Dio infatti è “nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge (cfr. Gal 4, 4-5).
  7.  Maria è al centro di questi avvenimenti. Rimane nel cuore del mistero divino legata alla pienezza del tempo e rimane il segno di tutto ciò che è umano. Chi più della donna è segno di ciò che è umano? In lei viene concepito, e da lei viene al mondo l’uomo. Lei, la donna, in tutte le generazioni umane porta in sé la memoria di ogni uomo. Perché ognuno di noi è passato per il seno materno. La donna è la memoria del mondo umano, è la grande maestra che a tutti insegna l’alfabeto antropologico essenziale, quello che oggi è in via di frantumazione. Ella è la memoria originaria di quei problemi che vive la famiglia umana nella pienezza dei tempi e in ogni tempo/istante ormai pieno di pienezza:Maria da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2, 19) e può guidare con perizia e sapienza ogni famiglia. Ella è la memoria della Chiesa. La Chiesa assume da lei le primizie di ciò che incessantemente conserva nella sua memoria e rende presente.  La Chiesa impara dalla Madre di Dio la memoria “delle grandi opere di Dio” compiute nella storia dell’uomo. La Chiesa impara da Maria ad essere madre: “Mater Ecclesia”! Dobbiamo amare la Chiesa com’è! (cfr Francesco, Angelus 25 dicembre 2019).
  8. Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4,4). Gesù Cristo! Figlio dell’eterno Padre, Figlio della donna, Figlio di Maria, non ci lasciare in balia della nostra debolezza e della nostra superbia, della nostra protervia! Tu sei Colui nel quale abita corporalmente tutta la pienezza della divinità (cfr Col 2,9) Tu sei la Pienezza incarnata! Sii tu nell’uomo, in ogni fase, in ogni istante, in ogni svolta epocale del suo tempo terreno! Sii Tu il nostro pastore! Sii tu la nostra pace! Nel Nome santissimo e dolcissimo di Gesù, Buon Anno a tutti voi con affetto grande dal vostro piccolo vescovo.

 

 

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