Scoutismo, Donatella Mela lascia il vertice nazionale dell’Agesci: «Dono di volti e cuori durato 4 anni»

«Un dono»: è così che Donatella Mela sintetizza il servizio concluso pochi giorni fa come Capo Guida d’Italia; al vertice nazionale dell’Agesci dal 2016 al 30 novembre scorso, Donatella, che vive a Pietra Ligure, dove lavora come medico all’ospedale Santa Corona, racconta della «sensazione di concludere un cammino, un servizio, con grande serenità e soddisfazione». Dice che di questi anni riguarda le foto, ripensa agli incontri con alcuni protagonisti e testimoni di vita e d’impegno come Rita Borsellino o don Ciotti, insiste nel rimarcare la «ricchezza dell’incontro coi territori, coi ragazzi»: «ho girato praticamente tutte le Regioni del nostro Paese – spiega – e oggi avverto il dispiacere di non poter salutare le tante persone che ho avuto il dono di poter conoscere». «In questi ultimi mesi – racconta l’ormai ex Capo Guida d’Italia – abbiamo sperimentato nuove modalità di incontro che si sono rivelate interessanti e lascio nella pienezza del cammino intrapreso col documento “chiamati ad annunciare” “con audacia e creatività” come abbiamo riflettuto all’ultimo Consiglio generale». «Abbiamo vissuto un tempo incerto, carico di prove e di sfide nuove che ci chiamano a vivere fino in fondo il mistero di tutto ciò che è umano; ci sentiamo chiamati ad annunciare che al di là del noto, dentro ogni vissuto, c’è un nuovo e un oltre da illuminare; ci sentiamo chiamati ad annunciare la bellezza in ogni incontro che nutre e che trasforma», si apre così il documento citato da Mela, nelle cui parole riecheggiano le prime pagine dell’Evangelii gaudium, quando papa Francesco invita «tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità». «In quest’ottica per l’associazione – prosegue Mela – penso sia fondamentale lo sforzo di stare vicino ai ragazzi, l’associazione deve sentirsi chiamata a fare “resistenza educativa”, deve testimoniare il “coraggio della speranza”, per riprendere il tema della Route Nazionale 2014: molti che avevano partecipato come R/S a quella route oggi sono giovani capi che provano a vivere tutto questo in prima persona». Infine Donatella Mela si sofferma sulla collocazione ecclesiale dell’Agesci: «Nelle nostre Chiese locali siamo chiamati a portare questo tentativo di “soffiare sulle braci” per tirare fuori il fuoco dello Spirito: dobbiamo esserci e tenere alta nelle nostre comunità l’attenzione su temi come l’accoglienza, l’annuncio di cui parlavo prima, che non è la consueta catechesi, ma qualcosa di più, su cui l’associazione, come dicevo, sta riflettendo, sta ripensando e vogliamo essere vicini ai nostri pastori e sinceri nel dialogo con loro». «In questi anni – è la conclusione – ho imparato sempre più che, quando vivi un servizio, ti accorgi di avere tra le mani una cosa affidata alla tua cura, alla tua responsabilità, ma che non è tua: ai miei compagni di strada di questi anni ho regalato un bottone da cintura che raffigura una scopa di saggina, pensando anche a quello che disse Bernadette: “sono servita alla Vergine come una scopa. Quando non ha avuto più bisogno di me, mi ha messo dietro la porta, ci sono e ci resto”. Questo per me è servire.

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