Pellegrinaggio diocesano Oftal: Omelia del Vescovo alla Grotta di Massabielle, martedì 10 ottobre 2023

La Grotta di Maria.

  1. Ci sono dei luoghi speciali che sono carichi di significato simbolico profondo: tra questi ci sono le grotte: nella Sacra Scrittura tanti eventi vi accadono: Quando Lot fuggì dalla distruzione di Sodoma e Gomorra, si rifugiò in una grotta (Genesi 19,30). Quando Davide fuggì dal re Saul, si rifugiò dagli inseguimenti di Saul nella Grotta di Adullam (1Samuele 22,1). Davide fuggì nella grotta di Makhayam durante una battaglia con i Filistei (1Samuele 23,13): la grotta rappresenta un luogo di rifugio fisico e spirituale per Davide.  Gesù secondo la tradizione nasce in una grotta per rifugiarsi dalle potenze mondane che cercano la sua vita. Anche qui la grotta è un luogo di protezione fisica e spirituale che ospita il Gesù neonato.
  1. Oltre a luoghi di protezione fisica e spirituale, le grotte simboleggiano anche spazi dove gli uomini incontrano la presenza divina: sono il regno dell’interiorità, spazi che favoriscono l’esperienza spirituale, l’incontro con Dio. Elia alloggia in una grotta sul monte Horeb per incontrare Dio (1Re 19,9). Il profeta Isaia descrive un futuro incontro con Dio in cui le persone si nasconderanno nelle caverne e nelle rocce in ammirazione della presenza e della gloria di Dio (Isaia 2, 19, 21).
  2. Oltre all’incontro con Dio, nella Bibbia le grotte evocano anche il simbolismo del grembo materno: luoghi oscuri e nascosti dove avvengono la nascita e il rinnovamento spirituale. Lo vediamo nella chiamata del profeta Geremia fin dal grembo materno, dove Dio dichiara: “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu nascessi, ti ho santificato; Ti ho costituito profeta…” (Ger. 1,5). La parola ebraica quasi identica per ‘grembo’ qui può anche significare ‘caverna’. Ciò collega la grotta simile al grembo materno alla nascita spirituale e al rinnovamento della chiamata profetica di Geremia.
  3. Alla Grotta di Lourdes celebriamo questa mattina la Santa Eucaristia: qui l’Immacolata sempre si manifesta al mondo tribolato e disorientato per proporsi come rifugiosub tuum praesidium confugimus Sancta Dei genetrix-; qui l’Immacolata ci porta all’incontro con il Dio di Gesù Cristo. Lei che è tutta relativa a Dio e tutta relativa a Cristo. L’autentica devozione mariana è cristocentrica. Come ci ricorda il Concilio Vaticano II “la Chiesa, pensando a lei piamente e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, penetra con venerazione e più profondamente nell’altissimo mistero dell’Incarnazione” (Cost. Lumen gentium, 65). L’amore a Dio mediante l’unione a Gesù Cristo è la finalità di ogni autentica devozione, perché – come scrive san Luigi Maria Grignion de Montfort- Cristo “è il nostro unico maestro che deve istruirci, il nostro unico Signore dal quale dobbiamo dipendere, il nostro unico Capo al quale dobbiamo restare uniti, il nostro unico modello al quale conformarci, il nostro unico medico che ci deve guarire, il nostro unico pastore che ci deve nutrire, la nostra unica via che ci deve condurre, la nostra unica verità che dobbiamo credere, la nostra unica vita che ci deve vivificare e il nostro unico tutto, in tutte le cose, che ci deve bastare” (Trattato della vera devozione, 61).
  4. La grotta di Lourdes rinvia idealmente ad una altra ‘grotta’, Nazareth! Li Maria la Tutta bella –tota pulchra– (cfr Ct 4,1), l’Immacolata, la Panaghia, la ‘riempita di grazia’ ha ricevuto l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele: sarà madre del “Figlio dell’Altissimo” (Lc 1, 32). Nel suo grembo -un’altra ‘grotta’ -avviene un concepimento, sboccia una nuova vita, Lei diventa la Madre di Dio, la Madre di Gesù Cristo! Si lascia trasformare dalla potenza dello Spirito accogliendo la Parola. Questa mattina di ottobre alla grotta di Lourdes apriamo la nostra vita alla potenza dello Spirito e come Maria lasciamoci trasformare dalla Parola di Dio, lasciamoci rinnovare nel profondo: nasca Cristo in noi: “mi sia fatto secondo la tua parola” (Lc ,38). Contempliamo e imitiamo Maria e diamo alla luce Gesù anche noi, nuove madri del Verbo per il tempo attuale: “la madre lo portò nel grembo, noi portiamolo nel cuore; la Vergine divenne gravida per l’incarnazione di Cristo, divenga gravido il nostro cuore per la fede in Cristo, ella partorì il Salvatore, partorisca la nostra anima la salvezza e la lode. Non siano sterili le nostre anime, ma siano feconde per Dio” ( Agostino, Discorso 189,3 (PL 38, 10006).
  5. Nell’antifona Salve Regina, la Chiesa chiama la Madre di Dio “Speranza nostra“. Tutti insieme: fedeli pellegrini qui presenti e telespettatori, sani e malati, ciascuno con il suo fardello di pene e di preoccupazioni leghiamo le anime a te, nostra speranza, come ad un’àncora ferma.

A te maggiormente si sono attaccati i santi che si sono salvati e hanno aiutato altri a perseverare nella virtù. Beati dunque, e mille volte beati i cristiani che oggi si tengono stretti a te fedelmente e totalmente come ad un’àncora salda (Cfr. Trattato della vera devozione, 175). Amen!

Di seguito i link per seguire le varie celebrazioni

https://www.youtube.com/live/2jf8tAk2S64?si=d5Bl64qAmImi7ANC

https://www.youtube.com/live/0PBSWs9GCCU?si=66jiWt0zhpMBzCpA

 

 

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