Una siccità preoccupante

Le immagini del Po ai minimi livelli storici dal 1970 aggiungono l’emergenza siccità a seguire pandemia e guerra. Il moltiplicarsi delle emergenze può facilmente indurre allo sconforto e umanamente inaridire anche la speranza. Per il cristiano l’analisi della realtà si accompagna alla fiducia nella Provvidenza. Il dato di realtà è che il 2022 è un anno più caldo del solito e si è registrato un calo del 45% delle precipitazioni. Eppure, l’Italia resta un territorio piovoso, dove però molto resta da fare alle voci manutenzione della rete idrica, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque. Interventi per non disperdere l’acqua e renderla disponibile per i momenti di necessità; e per ottimizzare l’uso di questa risorsa essenziale. Secondo i dati pubblicati da ISTAT sul totale di 8,2 miliardi di metri cubi di acqua immessa nel sistema, la perdita si aggira intorno ai 3,4 miliardi. A Savona la dispersione idrica si attesta sul 28,2%; il comune più “virtuoso” della Liguria è Imperia, con “solo” il 24% di perdita idrica sul totale. Il presidente della regione Liguria Giovanni Toti ha firmato il 7 luglio il decreto di richiesta dello stato di emergenza al governo che “contiene circa 10 milioni di euro di interventi emergenziali. Si va da bypass a scavi di pozzi, ad altri interventi che hanno carattere di urgenza”. Cosa fare? Preghiera e assunzione di responsabilità per vivere in modo più rispettoso in questo mondo che accogliamo come un dono affidato alla custodia dell’uomo. Lo scorso 25 giugno l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha pregato «per il dono dell’acqua». «La preghiera per la fecondità della terra e la pioggia che viene dal cielo – ha detto Delpini – richiede la fede semplice dei bambini che si fidano del Padre che sta nei cieli. Richiede la fede sapiente che raccoglie in ogni situazione l’occasione per accogliere la chiamata a conversione verso uno stile di vita che abiti la terra co[1]me chi coltiva il giardino piantato da Dio in Eden. Richiede la fede cristiana che, obbediente al comando di Gesù, prega: “Sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano”». Il teologo Francesco Cosentino su Famiglia Cristiana spiega: «La preghiera ci rende attenti al problema, perché nessuno, anche tra i cristiani, se ne disinteressi; rinnova in noi la fede nel Dio creatore, ricordandoci che non dobbiamo dominare o saccheggiare il Creato; ci provoca a verificare i nostri stili di vita e mette sotto accusa i nostri sprechi, specialmente quello dell’acqua; agisce in noi operando una conversione, perché iniziamo a cambiare i nostri stili di vita». Esiste una preghiera per chiedere la pioggia? Sì. Ogni discepolo di Gesù con piena fiducia chiede a Dio benedizione o grazia di cui abbia bisogno, per sé o per il prossimo. San Paolo VI nel luglio del 1976, quando il continente europeo subì un grave periodo di siccità e lui era papa, scrisse una preghiera per chiedere a Dio il dono della pioggia. Il testo è costituito da citazioni bibliche tratte dal nuovo e vecchio Testamento e si conclude con queste parole rivolte a Dio Padre ispirate dal profeta Isaia: “Che la pioggia sia per noi il segno della tua grazia e benedizione” e, riconosciuto il dono frutto della misericordia, con l’evangelista Giovanni “ti renderemo grazie per ogni dono della terra e del cielo, con cui il tuo Spirito soddisfa la nostra sete”. Il testo della preghiera di Paolo VI è facile da trovare in rete. Breve e quotidiana anch’essa l’orazione per la pioggia del Messale Romano: “O Dio, dal quale tutte le creature ricevono energia, esistenza e vita, dona alla terra assetata il refrigerio della pioggia, perché l’umanità, sicura del suo pane, possa ricercare con fiducia i beni dello spirito”. Né superstizione né magia in queste parole, ma la richiesta umile di aiuto che si accompagna all’impegno concreto contro l’emergenza.

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