Omelia del Vescovo per l’Ordinazione diaconale di Andrea e Giacomo – Loano, Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, 1° luglio – Primi Vespri della Solennità di Nostra Signora di Pontelungo

Ordinazione diaconale

Essere servizio

  1. Riempie il cuore di santa gioia ritrovarsi in questa Chiesa Parrocchiale intitolata a San Giovanni Battista in Loano a celebrare il Rito di ordinazione diaconale di Giacomo e Andrea, due giovani della nostra comunità diocesana in cammino verso il presbiterato. Lo facciamo nella Santa Messa vigiliare della Solennità di Nostra Signora di Pontelungo, Patrona della Diocesi insieme a San Michele Arcangelo. Il brano evangelico ci illumina e ci orienta con chiarezza. Affido alla vostra riflessione alcune considerazioni: una in riferimento a Gesù Cristo -cristologica-, servo obbediente del Padre, una in riferimento a Maria paradigmatica serva di Dio – mariologica-, una in riferimento alla vostra vita illuminata da Gesù Servo e da Maria Serva del Signore –antropologica-.
  2. San Paolo VI nella Lettera apostolica Ad Pascendum del 15 agosto 1972 con chiarezza afferma che il principio costitutivo ed esemplare dei ministeri ordinati è la ‘diaconia’ di Cristo. Ed è interessante e fruttuoso ritrovare questo principio così denso ribadito dalla Conferenza Episcopale Italiana nella Nota introduttiva alla 2° edizione del Pontificale Romano riguardante i Riti dell’ordinazione di vescovi, presbiteri e diaconi. Tutto ciò a dire che la quintessenza del ministero ordinato e della ministerialità tutta della Chiesa è proprio la ‘diaconia’ di Cristo Gesù, il suo servizio d’amore radicale. Nel cuore profondo del ministero ordinato c’è il servizio d’amore di Gesù; questo servizio anima e da l’intonazione giusta a tutta la vita del ministro ordinato, sia egli vescovo, prete, diacono; questo servizio fa la verità del nostro essere vescovi, preti e diaconi; senza sintonia con questo cuore pulsante amore servizievole la pianta del ministero ordinato pur non scomparendo nel nostro essere – carattere- appassisce e si denatura, la vita diventa stonata. Essere servi è rispondere per amore ad una chiamata, ad una missione; è rispondere all’eterna vocazione che Dio fin dal principio ha dato all’uomo. In Genesi 2,8 si dice che Dio creò un “giardino”: poi “…prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gn 2,15). Coltivare in ebraico si dice abad, che letteralmente significa “servire”. Adamo ha ricevuto in dono il giardino con la finalità di servirlo. Abad indica il servizio alla terra e viene tradotto anche con il verbo “lavorare”: servendo – lavorando la terra, Adamo serve Dio che gli ha donato il giardino. Ogni uomo è chiamato a lavorare la sua parte di giardino: è questo il suo servizio, la sua liturgia; si è servi perché chiamati, si è servi perché graziati, si è servi per libera offerta, si è servi per amore, si è servi perché Gesù Cristo, il Signore, è servo. Oggi cari Andrea e Giacomo vi viene dato in dono il cuore servizievole di Gesù Cristo, quintessenza del vostro ministero ordinato, principio attivo anche del presbiterato che riceverete a suo tempo.
  3. Maria appena ricevuto l’annuncio della sua gravidanza (cf. Lc 1,26-38), per un impulso interiore causato dalle parole dell’Arcangelo Gabriele, che rivelandole la sua maternità le ha anche rivelato la fecondità del grembo di Elisabetta, sua cugina, si mette in viaggio in fretta verso la montagna della Giudea. Dalla Galilea alla Giudea, da Nazaret alla periferia di Gerusalemme, un viaggio di più giorni. Alcuni vedono nella fretta di Maria la prontezza e la gioia di seguire l’indicazione dell’angelo (1.36). Altri rilevano il desiderio di verificare il segno che le è stato dato. Altri ancora preferiscono sottolineare la fretta di manifestare la gioia dell’accaduto: una gioia traboccante che vuole comunicarsi. Per qualcuno si tratta della fretta di recarsi ad aiutare l’anziana parente. Un noto biblista – Battaglia- intitola il viaggio di Maria ‘il pellegrinaggio della carità’, e osserva che se la scena dell’annunciazione ha illustrato il comandamento dell’amore di Dio, che si esprime nell’obbedienza totale di Maria, la scena della visitazione illustra l’amore del prossimo che trova la sua manifestazione nella carità premurosa, sollecita e diligente di Maria. E non manca chi vi scorge un simbolo del tema lucano della corsa della Parola. Da cosa è mossa Maria? Dalla carità verso l’anziana Elisabetta, che tutti dicono “la sterile” (cf. Lc 1,36), ma anche dall’ansia di comunicare la buona notizia ricevuta dall’angelo Gabriele, nonché dal desiderio di ascoltare la cugina come donna nella quale Dio ha compiuto meraviglie. Maria appare subito come donna di carità, donna missionaria.
  4. L’anima del ministero è il dono di sé nel servizio d’amore, è atteggiamento oblativo radicale e generoso, nella piena obbedienza alla volontà del Padre. L’amore servizievole sia la musica di fondo, il cantus firmus di ogni vostra scelta. Quando vi sentite stonati o tristi o insofferenti, quando monta la ribellione al quotidiano: è sicuro: o non state bene o qualcosa si è sciupato nella sintonia con il cuore servizievole di Gesù Cristo servo di Dio. Obbedienza, castità, carità pastorale scaturiscono dalla sintonia con quel cuore con naturalezza e fluentemente. Gesù è servo per nascita, il cristiano è servo per il battesimo, il cristiano diacono, presbitero, vescovo lo è a titolo ulteriore per il sacramento dell’Ordine; più che un atto, per il cristiano il servizio è una situazione interiore di disponibilità permanente, un essere servizio!
  5. Il servizio richiede attenzione continua al Signore, ascolto della sua Parola, della sua volontà, senza nessuna pretesa di ricompensa, di premio. Il servizio presuppone un invito, un appello di Dio a una missione; dire si liberamente a questa chiamata dà inizio al servizio, che è un dono di Dio. Se uno vuole essere discepolo di Cristo lasciandosi plasmare dallo Spirito Santo, guardando alla paradigmatica serva del Signore Maria, deve lasciar fiorire in lui i sentimenti che furono in Cristo Gesù e diventare come Lui “servo”. Maria, che oggi invochiamo con fede sotto il titolo a noi caro di Nostra Signora di Pontelungo, San Giuseppe servo obbediente del Padre, vi accompagnino e vi mantengano nei sentimenti del Figlio.

 

 

 

 

Facebooktwitterrssyoutube