Messaggio Augurale del Vescovo per il Santo Natale 2021

L’istante fissato da Dio da tutta l’eternità è arrivato

 Carissimi  fratelli e sorelle,

  1. sono contento di poter entrare nelle vostre famiglie anche quest’anno con le mie parole di augurio in occasione del Natale del Signore! Gesù è l’Atteso! Lo è stato nei giorni affascinanti dell’Avvento e lo sarà ancora in tutti i giorni che vivremo: Gesù è venuto nella povertà di Betlemme, Gesù tornerà alla fine dei tempi nella gloria, Gesù viene in ogni istante della nostra vita. Il grande San Bernardo, vero teologo dell’Avvento, afferma in uno dei suoi celebri Discorsi: “Conosciamo una triplice venuta del Signore nella prima il Verbo fu visto sulla terra e si intrattenne con gli uomini…nell’ultima venuta «ogni uomo vedrà la salvezza di Dio» (Lc 3, 6) e vedranno colui che trafissero (cfr. Gv 19, 37). Occulta è invece la venuta intermedia, in cui solo gli eletti lo vedono entro se stessi, e le loro anime ne sono salvate… nella prima Cristo fu nostra redenzione, nell’ultima si manifesterà come nostra vita, in questa è nostro riposo e nostra consolazione”. Viviamo il tempo della venuta intermedia che ci sorprende nell’istante, venuta resa possibile dalla prima e compiuta dalla terza. Ognuno di noi è in permanente attesa di Colui che è “nostro riposo e nostra consolazione”. Di Colui che il nostro cuore struggendosi di nostalgia reclama come sua sovrabbondante pienezza.
  2. Ecco il Natale: l’istante fissato da Dio da tutta l’eternità è arrivato”!(Beato De Foucauld). I tempi che viviamo sono complessi e carichi di incertezze, sentiamo che la nostra vita non è ancora libera dall’agguato di virus e varianti, il lavoro è minacciato, la scuola ci prova a ripartire, tragedie umanitarie non cessano all’orizzonte, il dibattito sul fine vita ci inquieta non poco, la dissoluzione dell’alfabeto antropologico di base con la questione del gender allarma la convivenza civile…Tutto questo è impossibile affrontarlo efficacemente senza attingere alla riserva di una grande visione di senso compiuto quale è quella che il progetto dell’ Eterno Padre ci  dona; senza quella speranza certa di una liberazione dal male di vivere che non può venire che dall’alto, da Dio. E’ impossibile per l’uomo medicare le ferite della storia prodotte dalla sua  mala coscienza  senza l’aiuto di Dio! “Se tu squarciassi i cieli e scendessi”(Is 63,19)“e il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.  (Gv 1,14).  Se non riconosciamo adoranti il Dio che nasce bambino a Betlemme, Dio muore nelle coscienze degli uomini e l’uomo muore sul selciato della storia: è il ‘dramma dell’umanesimo ateo’ (H. De Lubac). Il senso si sfalda, il nichilismo è vincente, la morale si sbriciola. Il grande scrittore russo F. M. Dostoevskij, di cui abbiamo ricordato quest’anno i duecento anni dalla nascita  (1821), nel suo capolavoro I fratelli Karamazov,  fa dire a Ivan Karamazov: “se Dio non esiste, tutto è permesso”; senza Dio l’etica si dissolve in rivoli di punti di vista arbitrarii. Ma “l’istante fissato da Dio da tutta l’eternità è arrivato”!
  3. Nei giorni scorsi abbiamo avuto la bella notizia che il Beato Charles de Foucauld (1858-1916), ‘il fratello universale’, l’apostolo del Sahara, sarà proclamato ‘santo’ dalla Chiesa; un punto di riferimento chiaro nelle notti del tempo, un’ icona viva di Vangelo puro, un punto di incoraggiamento per tutti coloro che già hanno fatto la scelta di Dio e del servizio al Vangelo tra gli ultimi. Un grande contemplativo, un cercatore di Dio e un appassionato dell’uomo che si è fatto tutto a tutti, si è fatto chicco di grano che se non muore non porta frutto e tra i più poveri del Sahara, i Tuareg, ha donato la sua vita.
  4. Il Beato Charles, il ‘fratello universale’, spendeva ore in adorazione davanti all’Eucaristia e trovò sempre nel Presepe di Betlemme una fonte di meditazione: il mistero del Natale fu per lui un’oasi di contemplazione in una vita di sofferenze e di impegni caritativi verso il prossimo, un mistero davanti al quale la ragione doveva tacere, lasciando posto al silenzio della preghiera. “Le ore scorrono – scriveva in riferimento al Natale – e l’istante fissato da Dio da tutta l’eternità è arrivato. Non sarebbe meglio tacere che parlare? Oh mio Dio, insegnaci il segreto della silenziosa contemplazione, o piuttosto faccene la grazia. Facci la grazia, o Gesù, di contemplarti ed amarti in un profondo silenzio interiore” ( De Foucauld).
  5. Vi invito a chiedere il dono del silenzio interiore nella Notte Santa, quel silenzio che fu di Maria e di Giuseppe, quel silenzio che solo permette di percepire istante per istante la visita di Gesù nella nostra vita, il suo Natale in noi, il suo diventare compagno di viaggio; quel silenzio che permette di aderire a Lui per testimoniarlo nelle opere della fede e dell’amore giorno dopo giorno, quel silenzio che ci aiuta a riscoprirci “compagni di viaggio -synodoi-, portatori di Dio, portatori di Cristo e dello Spirito, in tutto ornati dei precetti di Gesù Cristo” (Sant’Ignazio di Antiochia, Lettera agli Efesini 9,2),quel silenzio che zittisce tutto il chiacchiericcio dei vari opinionisti di turno, quel silenzio che ci permettere di accorgerci che “l’istante fissato da Dio da tutta l’eternità è arrivato”!
  6. A tutte le famiglie nel travaglio dei giorni, ai bambini dagli occhi carichi di stupore incontaminato, ai giovani in cerca di bellezza e verità, agli adulti che faticano a dare stabilità e continuità al loro lavoro, agli anziani e malati assetati di vicinanza e tenerezza, giunga forte l’assicurazione affettuosa della mia preghiera costante e la mia pastorale benedizione: “l’istante fissato da Dio da tutta l’eternità è arrivato!

+ Guglielmo Borghetti,
vescovo di Albenga – Imperia

 

Albenga, 8 dicembre 2021
Solennità dell’Immacolata Concezione della B.V. Maria

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