La fretta gioiosa di Maria

La meditazione del vescovo in occasione della Messa celebrata per le suore della Visitazione di Loano per la loro ricorrenza

In occasione della festa della Visitazione di Maria ad Elisabetta, durante la Messa che ha celebrato, il nostro vescovo Guglielmo Borghetti, commentando il vangelo di San Luca (1, 39-45) si è soffermato sulle parole “Maria si alzò in fretta e andò”. Il vescovo ci ha invitate ad imitare Maria, che mossa dallo Spirito “stette al gioco” di Dio. Maria si alzò, attitudine questa di una persona pronta a partire per un viaggio, esattamente come fece Abramo, come Gesù stesso e dopo di Lui, la Chiesa Missionaria. Ma perché Maria ha fretta? Non è certo una fretta mossa da ansia e incertezza, ma di gioia e di premura, proprio perché crede a quello che le è stato detto, quindi la sua fretta la spinge a scoprire e a comprendere l’impossibile di Dio. L’andare di Maria riflette il suo amore concreto, che non si limita a parole di comprensione ma si fa carico in prima persona della fatica dell’assistenza, pur essendo lei stessa in gravidanza non guarda alle distanze, ai disagi o ai rischi possibili, non calcola il tempo e non misura la fatica del viaggio per raggiungere sua cugina. Dio ha visitato Maria in modo inatteso, l’ha riempita di gioia, le ha donato un nuovo modo di esistere, di amare, di valutare la realtà. Dio l’ha sintonizzata con il suo cuore ed ora Maria si fa “visita di Dio” per gli altri. Ha perfettamente capito che il dono ricevuto da Dio più che un privilegio, è un compito che la impegna verso gli altri con la gratuità che è propria dell’Amore. Noi suore della Visitazione riconosciamo questo dono, e siamo invitate a muoverci con Maria per visitare con gioia e premura le “Elisabette” che vivono intorno a noi; siamo anche invitate a contemplare Maria, raffigurata come la credente nella Parola del Signore e proviamo a chiederci quanto tempo dedichiamo all’ascolto della Parola di Dio. Infine sentiamo che, ad imitazione di Maria, è necessario andare perché non c’è tempo da perdere, per portare Gesù con quel “sì” che Lei ha detto e che ha cambiato la sua vita.

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