Tradizionale appuntamento del Vescovo Guglielmo con i giornalisti per il loro Santo Patrono

Si è svolto nella mattinata di sabato 23 gennaio l’incontro del Vescovo Guglielmo con i giornalisti. Il tradizionale appuntamento, alla vigilia della festa di San Francesco di Sales, il patrono di chi si occupa di comunicazione, si è svolto nei locali del Seminario, per rispettare le norme del distanziamento consentendo comunque il confronto e il dialogo.  «Ma potrebbe rimanere questa la sede anche per i prossimi anni – ha ipotizzato il vescovo – dal momento che il Seminario, di cui abbiamo festeggiato l’anno scorso i 5 secoli di vita, è intitolato proprio a S. Francesco di Sales».  Del messaggio del Papa per la 55° giornata delle comunicazioni sociali si conosce solo il titolo, “Vieni e vedi. Comunicare incontrando le persone come e dove sono”. Mons. Borghetti ha sottolineato che la risposta alla domanda “Maestro, dove abiti?” che fa da titolo al messaggio ci rimanda ad un annuncio fatto di sguardi e di testimonianza.

La prima parola del Vescovo è stata Grazie: per chi lavora nella comunicazione diocesana e per i giornalisti della stampa laica.   «Della nostra stampa locale sono contento – ha affermato il vescovo – anche quando si toccano temi delicati. Le cose sono raccontate con lo stile di ciascuno, e questo esalta la bellezza delle differenze, pur nella piena adesione alla realtà dei fatti. La Chiesa ha sempre stimato i media, non a caso il decreto del Vaticano II sugli strumenti di comunicazione si intitola “Inter Mirifica”, tra le cose meravigliose. Personalmente sono attento ed esigente per quanto riguarda la qualità dei nostri mezzi, ma è a fin di bene, per rendere sempre migliore la nostra comunicazione, mi appassiono per tendere al meglio.  La società ed il mondo devono vedere quello che la Chiesa realizza: il nostro non è però un mettersi in vetrina, ma un far vedere. Le gaffes più grandi dei grandi media nascono, a mio parere, da una mancata volontà di approfondire». L’attenzione si è poi spostata sull’anno appena concluso: «Sono stati mesi di grandi problemi, che stiamo ancora attraversando. Ho scelto di dare uno stile diverso, quest’anno al messaggio di auguri di Natale, con l’intenzione di dare un orientamento per i tempi che stiamo vivendo. Il titolo scelto, “Sentinella, quanto resta della notte?”, si ispira ad una conferenza di Giuseppe Dossetti: anche quelli di oggi, come quelli in cui scriveva lui, son tempi difficili, di timori e paure, sebbene per ragioni differenti, e mi sono chiesto qual è il compito del cristiano in questo periodo. Ho trovato illuminanti le parole di Papa Francesco: “Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”, sulla pandemia e le nostre scelte conseguenti».

Dopo la sua riflessione, il vescovo ha risposto alle domande dei giornalisti presenti. La prima, sulla stretta attualità politica, la crisi di governo accompagnata da alcune scelte di campo precise di membri dell’episcopato. «Il mio punto di riferimento è l’attenzione al bene comune – ha affermato Mons. Borghetti – e ragiono come un padre di famiglia. Non sono pro o contro un singolo politico o uno schieramento, ma credo che in una fase difficile sia meglio evitare un terremoto, per cercare di uscire dall’impasse ed affrontare poi con calma alcune questioni importanti».

Il secondo tema posto dai presenti è quello della maggiore povertà causata dal Covid e delle risposte che la chiesa di Albenga-Imperia ha saputo dare: «Abbiamo rilevato un consistente aumento della domanda di aiuti: la povertà aumenta, questa è la vera e cruda realtà. Le comunità hanno risposto con fantasia e creatività. Anche la Caritas diocesana, che come ufficio diocesano si occupa più della programmazione degli interventi e della formazione che della risposta diretta, si è attivata direttamente: abbiamo diffuso un nuovo numero di cellulare, con qualcuno sempre pronto a rispondere, insieme al motto #Restiamoaccanto, per garantire sempre una risposta e l’intervento diretto. L’aiuto materiale della Cei, grazie ai fondi dell’otto per mille, 10 milioni di Euro in tutto il paese, è stato provvidenziale. La risposta ai bisogni è stata corale: non solo il mondo cattolico, ma tutto il volontariato si è attivato, e ne avremo bisogno ancora a lungo».

Una successiva riflessione ha toccato la scuola cattolica, sia quella diocesana, la Redemptoris Mater, con gli oltre 500 allievi, dalla primaria alla secondaria, che quelle dei Salesiani di Alassio e delle Suore della Misericordia ad Imperia, che hanno avuto buoni riconoscimenti e svolgono un servizio fondamentale alla comunità.

I Beni culturali sono un altro ambito sostenuto dalla ripartizione dell’otto per mille, che supporta gli stanziamenti diocesani. Mons. Borghetti ha ricordato in particolare l’intervento a Cenova e l’iniziativa Formae Lucis dell’Ufficio diocesano beni culturali, per la valorizzazione della ricchezza esistente sul territorio diocesano. L’attenzione è stata rivolta anche alla Biblioteca del Seminario, divenuta ora diocesana ed aperta al pubblico così come l’Archivio diocesano, che insieme al Battistero ed al Museo costituisce una ricchezza del territorio

«Se il numero dei sacerdoti diocesani rimane pressoché invariato – ha proseguito poi il Vescovo – e i nostri due seminaristi saranno ordinati diaconi quest’anno, il numero delle religiose in diocesi sta invece calando vertiginosamente». La riflessione sul clero ha poi toccato i criteri di nomina dei vicari e la progressiva “serenizzazione”, questo il termine accuratamente scelto dal vescovo, della diocesi, grazie ad un impegno corale della comunità sacerdotale. Nel 2020 non ci sono stati, a causa del Covid, spostamenti di parroci che invece sono in programma per l’inizio del nuovo anno pastorale. «Durante le celebrazioni delle Cresime nelle diverse comunità, rimandate dalla primavera all’autunno scorso, ho potuto verificare di persona l’attenzione e l’impegno nel rispetto delle norme di prevenzione del contagio da Covid – ha rilevato il Vescovo – che quasi tutti rispettano scrupolosamente».

Alla fine del confronto, Mons. Borghetti ha ancora ringraziato i giornalisti presenti, che hanno condiviso un aperitivo e il desiderio di proseguire il confronto.

 

 

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