Con un intervento sul Buon samaritano il vescovo Guglielmo ha aperto i webinar di Ac dedicati alla Scrittura

C’è chi ha parlato di grave momento di crisi. C’è chi ha parlato di nuove sfide per l’evangelizzazione. C’è chi ha parlato di vera rivoluzione. In questi ultimi dodici mesi la vita del settore giovani dell’Azione Cattolica diocesana è stata fortemente influenzata, come il resto del mondo, dalla crisi pandemica, ma si può dire che, il vero nocciolo della questione sia sempre lo stesso: come entra Gesù Cristo nella vita di una ragazza o di un ragazzo che vive la frenesia dei mille impegni quotidiani? A quest’unica e tuttavia spinosa domanda i giovani e i giovanissimi della diocesi sono chiamati a rispondere ogni giorno proprio perché non esiste un cristianesimo a ore. Nel corso dell’anno passato sono stati offerti spunti di riflessione importanti per non lasciare mai ai margini della vita il Signore: un esempio è stato certamente lo “Zoom sulla Passione”, vissuto nel pieno della Quaresima e nel turbinio dei numeri dei morti e dei nuovi contagi, che ha permesso di fermarsi a fissare lo sguardo sul Crocifisso che si offre e muore anche per i più indolenti che fanno fatica a farsi trovare da Dio. “Breaking Dawn”, gita che si è tenuta nella cornice dell’apparente tregua di una notte estiva nel pieno rispetto delle norme anti-covid, in luogo del campo per i giovanissimi, ha contribuito a mantenere la ferma speranza di un’alba nuova capace di illuminare le tetre giornate dominate dalla sfiducia e dal senso di inadeguatezza che serpeggiano indisturbati nella quotidianità degli adolescenti. Il settore giovani però non può solamente guardare indietro a quello che è stato ma resta legato al presente fatto di una grande varietà di vite che, in un momento così incerto come quello attuale, necessitano più che mai della fermezza della parola del Signore: “Mezz’ora di Tabor”, una serie di brevi interventi tenuti in videoconferenza sulle pagine più o meno conosciute della Bibbia. La prima mezz’ora è toccata al vescovo Borghetti che, nella serata di giovedì 28 gennaio scorso, ha proposto una riflessione sulla persona aggredita dai briganti nella parabola del Buon Samaritano che è stata scelta quale icona biblica per il mese della Pace. Per quanto riguarda i giovanissimi è ormai evidente come oggi, considerato che gran parte della loro vita è diventata ancora più virtuale di quanto già non fosse, essi abbiano un disperato bisogno di toccare con mano la propria fede e di riuscire a vedere Cristo nei compagni che affrontano con loro il viaggio verso una più piena maturità cristiana e civile. L’esperienza attuale insegna che ogni giorno vi sono nuove incertezze cui far fronte: davanti a tutto ciò i giovani e i giovanissimi, se soli, potrebbero facilmente perdersi, mentre uniti avrebbero l’occasione di trovare il modo di far entrare Cristo nella vita di ciascuno e accrescere la speranza che da Lui deriva.

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