Terza settimana di Avvento – Attendere… maturare

Giovanni Battista non sembra ancora maturo per accettare che la grandezza di Dio si manifesti nella debolezza e nella sconfitta. Quando avrà rivisto Gesù venire da lontano avrà intuito nella sua andatura una mitezza che ha interrogato il suo modo di sentire e di annunciare l’avvento infuocato del Regno di Dio. La Liturgia ci fa intuire il travaglio interiore di Giovanni e così facendo ci aiuta ad interrogare il nostro cuore per comprendere che cosa veramente ci attendiamo dal Signore quando viene ancora nella nostra vita: “Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere di Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?” (Mt 11, 2-3). Questo punto interrogativo che sembra macerare il cuore del Precursore è per noi un’ancora di salvezza per non vergognarci dei nostri dubbi e delle nostre fatiche nell’entrare in quella logica evangelica che ci richiede non solo di morire al nostro egoismo ma pure di lasciar morire un’immagine che ci siamo fatta di Dio. Anche per noi il rischio di sentire nel Vangelo uno “scandalo” (11, 6) è un pericolo ricorrente e quasi incombente.

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