Omelia del Vescovo per la Solennità di Tutti i Santi, 1° novembre 2020 Albenga, Cattedrale di San Michele

Luci gentili nel buio del mondo

1 Celebriamo nella gioia la solennità di Tutti i Santi; i cristiani di Oriente la celebravano già nel IV secolo, la domenica dopo Pentecoste. In Occidente la trasformazione del Pantheon a Roma in Basilica cristiana e la sua dedicazione a Santa Maria e a tutti i martiri nel 609 diede forte impulso alla Festa, che sorta nella Britannia, fu estesa da Papa Gregorio IV (828-844) a tutto l’Occidente.

2. Il contenuto della festa è magnificamente e sinteticamente espresso dal Prefazio di oggi: ci fa contemplare la Città del cielo, dove i santi glorificano in eterno il nome di Dio e incoraggia noi, pellegrini sulla terra, assicurando che anche noi giungeremo a quel traguardo se ci affrettiamo e impegniamo nella sequela di Cristo. I Santi sono una moltitudine immensa di ogni popolo, lingua e razza, che hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello e hanno superato la grande tribolazione, sono cioè frutto della Pasqua di Cristo (I^ Lettura). La radice della santità cristiana è l’amore di Dio Padre che ci ha fatto suoi figli nel Battesimo, partecipi sin da ora della sua vita (I^I Lettura). La via invece è quella delle Beatitudini che Gesù ha percorso prima di proporla a noi (Vangelo), sono il suo autoritratto, dunque il ritratto del discepolo fedele.

3. Attraverso i secoli la Festa è giunta a noi e la Chiesa l’ha voluta vicinissima alla Commemorazione dei fedeli defunti perché fosse illuminato il mistero della morte.
Riflettiamo insieme ponendoci tre domande: cos’è la santità, a cui tutti i discepoli di Cristo sono chiamati? C’è ancora bisogno della santità oggi, è attuale? E il mondo è ancora sensibile e interessato alla santità, oppure è totalmente indifferente ad essa?

4. La santità è lasciar emergere, affiorare in noi la bellezza di Gesù, quella bellezza che ci è stata donata nel Battesimo e che è affidata alla nostra libertà. “La santità è il volto più bello della Chiesa” (FRANCESCO, Gaudete et exsultate,9). La bellezza di quel volto la troviamo dipinta nelle Beatitudini ed è narrata in tutto il Vangelo: una bellezza fatta di gesti, parole, sentimenti. La santità è un dono, ricevuto si nel Battesimo, ma anche una grazia da chiedere umilmente ed incessantemente; nel contempo è anche un compito, una responsabilità che esige un lavoro assiduo, serio e quotidiano fatto di rinunce e scelte anche dolorose, amore e disponibilità ai disegni del Padre soprattutto quando non si capisce dove ci vuole condurre.

5. Il mondo di oggi ha ancora bisogno della santità? Certamente, perché accusa sintomi di vecchiaia! – “Noi abbiamo l’età dei nostri peccati” scriveva lo scrittore francese F. Mauriac, – certamente, perché questo nostro tempo sembra non volersi bene, sembra avere perso la bussola, i riferimenti chiari della vita buona del Vangelo e della retta ragione! Sono ben consapevole che tante persone del popolo di Dio nel suo complesso vivono con dignità e impegno i doveri quotidiani, vivono la fede e l’amore alla Chiesa senza rumore. Questo popolo esiste ed è grande: Dio lo conosce! Ricordate negli Atti degli Apostoli quello che il Signore dice a San Paolo? “In questa città io ho un popolo numeroso” (At 18,10); e le parole del Santo Padre Francesco in Gaudete et exsultate: “Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e donne che lavorano per portare a casa il pane, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere!” (G.E.,7). La chiama “la santità della porta accanto”!
Mi riferisco invece a quel modo di pensare che possiamo riassumere con il titolo di una nota opera teatrale di Pirandello: “Così è (se vi pare)”! Quel modo infarcito di relativismo e di mancanza di riferimento a principi veritativi, quel modo che ogni giorno alza la voce per farsi sentire e, ancor più, per imporre se stesso, i propri punti di vista, le proprie soluzioni che si rivelano alla lunga non soluzioni. Quel modo che vuole condizionare le menti e far credere che quel modus vivendi et cogitandi – modo di vivere e di pensare – è ormai di tutti ed è il vero pensiero, libero ed emancipato, aperto al futuro; Papa Francesco parla per questo di ‘colonizzazione ideologica’. Ed è proprio per questo che il mondo di oggi ha ancor più bisogno della santità: essa va contro corrente, parla fuori dal coro, è segno di contraddizione come lo è stato Gesù Cristo. I Santi sono, nella loro varietà, la prova che è possibile un mondo diverso, alternativo. Non abbiamo timore se ci sembra distratto e superficiale, se rincorre illusioni e fake news esistenziali! Gesù, nel Vangelo, ci insegna che il gesto va posto, la parola va donata, il seme va gettato, il resto verrà. Dio è sempre all’opera ed ha i suoi tempi!

6. Il mondo è ancora interessato ai Santi, oppure essi non sono più in grado di suscitare stupore, fascino, decisioni? Anche qui dobbiamo distinguere tra ciò che appare e ciò che realmente è. Non possiamo dire che i Santi facciano notizia, ma certamente fanno bene a chi li conosce. Abbiamo assistito al caso recente della beatificazione di Carlo Acutis: quanta folla, quante persone hanno guardato a questo quindicenne affascinati dalla bellezza del suo volto, riflesso di quello di Cristo! Quante folle di adulti e giovani visitano Santuari in Italia e nei paesi esteri che sono dedicati alla Madre di Dio e ai Santi della storia cristiana – penso ad Assisi, Padova, San Giovanni Rotondo etc- sono davvero una testimonianza commovente. La testimonianza ha sempre presa, esercita sempre un suo fascino benefico, è un richiamo contagioso, conferma una segreta nostalgia di Cielo presente nel cuore di ogni uomo; dice che è possibile vivere limpidi anche in mezzo alle paludi della violenza e della corruzione di qualunque genere. Possiamo essere certi che la bella testimonianza dei Santi avrà anche in futuro una forza crescente di traino sulle coscienze dei singoli e delle società. La storia ci insegna che quanto più i criteri e i costumi di una cultura si imbarbariscono, tanto più l’anima reagisce, sogna, e cerca modi diversi di pensare e di vivere, modi luminosi e alti che esprimono la vera umanità dell’uomo. Per tutto ciò i Santi non saranno mai fuori tempo, saranno inattuali e per questo formidabilmente attuali! Qualcuno potrà deriderli credendosi emancipato e moderno, ma i Santi resteranno sempre freschi riflettendo la perenne giovinezza del Vangelo! I santi, ebbe a dire Papa Francesco il 13 ottobre 2019, sono “luci gentili nel buio del mondo”.

7. Non dobbiamo temere se a volte sembra che il male soffochi il bene; quanti fatti di cronache anche in questi giorni hanno prodotto sgomento – penso alla vicina Nizza! Il Signore Gesù ci assicura che la luce vince sempre. Impegniamoci a camminare nella santità, sulla via delle Beatitudini, certi di essere sostenuti dalla grazia di Cristo e aiutandoci a vicenda, sostenendoci con la parola, la preghiera e l’esempio. Questo è il segreto della amicizia cristiana: aiutarsi a crescere nell’amore a Gesù e alla Chiesa. Sia questo il proposito in questa Solennità di Ognissanti 2020 per tutti noi!

+ Guglielmo Borghetti
Vescovo di Albenga-Imperia

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