Il buon profumo di Cristo
1. Cari fratelli e sorelle, è bello questa sera ritrovarci nella nostra Cattedrale di San Michele a celebrare la ‘messa crismale’! Una Messa unica nell’anno liturgico: in essa la comunità diocesana si raccoglie attorno al vescovo, circondato dai presbiteri, dai diaconi e dalla rappresentanza quanto più larga possibile della porzione di popolo di Dio a lui affidato: religiosi/e, laici, famiglie, giovani, accoliti, catechisti, cresimandi…; è considerata una delle principali manifestazioni della pienezza del sacerdozio del Vescovo e un segno della stretta unione dei presbiteri con lui. La Messa crismale è come una epifania della Chiesa, corpo di Cristo, organicamente strutturato che nei vari ministeri e carismi esprime, per la grazia dello Spirito Santo, i doni nuziali di Cristo alla sua sposa pellegrina nel mondo. La nuova fisionomia, attribuita dalla riforma post-conciliare alla Messa crismale, rende ancor più evidente il clima di una vera festa di tutto il popolo sacerdotale al servizio del quale è il sacerdozio ministeriale e orienta decisamente la nostra attenzione verso il Cristo, il cui nome significa ‘consacrato per mezzo dell’unzione’; si, i nostri occhi sono fissi su di Lui (cfr Lc 4,20). In questa Eucaristia viene consacrato il crisma, l’olio misto a balsamo che connota i cristiani, i christifideles e li fa re, sacerdoti e profeti. Per singolare analogia il crisma viene usato anche per la dedicazione della chiesa-edificio e dell’altare. Insieme al sacro crisma vengono benedetti l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi.
2. In questo Anno Santo ho desiderato proporre questa anticipazione al mercoledì e questo cambiamento d’orario proprio per facilitare il più possibile la partecipazione di tutti a questa Santa Eucaristia e intensificare così la pregnanza del segno: siamo assemblea santa, radunata nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo! Sicuramente alcuni dei presenti ‘scopriranno’ una Messa ‘mai vista’, altri gioiranno della più numerosa partecipazione e ne gusteranno intimamente il profondo significato ecclesiale.
3. “Lo spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione”(Is 61,1; cfr Lc 4,17). Celebriamo l’unzione di Cristo, paradigma dell’unzione dei cristiani. Nel cuore della Messa crismale si erge la figura di Gesù, l’Unto e il consacrato del Padre che nella sinagoga di Nazareth, applicando a sé il testo del profeta Isaia, ci fa capire bene la sua vocazione e missione di consacrato e inviato: l’unzione con la potenza dello Spirito del Signore, invia l’unto di Dio ad annunciare il lieto messaggio e predicare la misericordia, a riscattare il popolo facendolo diventare il popolo di Dio, non più oppresso dalla schiavitù del peccato e di Satana attraverso il supremo dono di se stesso.
4. “Ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre” (Ap. 1,6). L’unzione dello Spirito non si ferma alla persona di Gesù ma viene comunicata ad ogni cristiano, rifluisce su di lui ed ogni cristiano è consacrato e inviato; dal Capo l’unzione si diffonde in tutte le membra della Chiesa; Sant’Isidoro di Siviglia (560–636) teologo, scrittore e arcivescovo spagnolo, figura rilevante di tutta la cultura medievale, dottore della Chiesa: affermava che “tutta intera la Chiesa è consacrata con l’unzione del crisma, perché essa è membro dell’eterno re e sacerdote”, tanto è vero che senza l’unzione “non possiamo chiamarci cristiani”; nella preghiera consacratoria del crisma tra poco pregheremo così: “O Padre: santifica con la tua benedizione quest’olio, dono della tua provvidenza; impregnalo della forza del tuo Spirito e della potenza che emana dal Cristo dal cui santo nome è chiamato crisma l’olio che consacra i sacerdoti, i re, i profeti e i martiri… Questa unzione li penetri e li santifichi, perché liberi dalla nativa corruzione, e consacrati tempio della tua gloria, spandano il profumo di una vita santa”.
5. L’olio, come l’aria, l’acqua, la luce, appartiene a quelle realtà elementari del cosmo che meglio esprimono i doni di Dio creatore, redentore e santificatore; è sostanza terapeutica, aromatica e conviviale: medica le ferite, profuma le membra, allieta la mensa. Questa natura dell’olio è assunta nel simbolismo biblico-liturgico ed è caricata di un particolare valore per esprimere l’unzione dello Spirito che risana, illumina, conforta, consacra e permea di doni e di carismi tutto il corpo della Chiesa.
6. Dentro questa nostra chiesa diocesana, dentro a questa società, dentro questo nostro mondo lacerato da dissidi e contese, prepotenze e aggressioni, guerre e ingiustizie, ciascuno di noi è chiamato a versare l’olio della speranza, a spandere il buon profumo di Cristo. Siamo tutti consacrati per essere tutti inviati; la Chiesa è un ‘corpo crismato’ per essere popolo inviato. La nostra missione è testimoniare Cristo Unto di Dio ed annunciarlo con parole ed opere; questa è la quintessenza della sinodalità, questo è il cuore della testimonianza cristiana. Appassioniamoci e costruire il volto storico della nostra comunità ecclesiale, ungiamo le nostre scelte con le facce del poliedro dell’olio della letizia e della speranza:
l’olio splendente della verità.
L’olio della operosità silenziosa.
L’olio della comprensione piena di simpatia per gli altri.
L’olio della umiltà e della mitezza.
L’olio del perdono.
L’olio della preghiera per l’altro.
L’olio del sorriso, del dialogo e della disponibilità semplice e quotidiana.
L’olio del senso di responsabilità per ogni parola che si dice e ogni gesto che si compie.
L’olio infine perché no, anche di un sano senso dell’umorismo e del non prendersi troppo sul serio.
Tutto questo ci è chiesto di farlo tutti e proprio tutti, membri del corpo crismato; certo è che funzione trainante l’abbiamo noi presbiteri. Papa Francesco ha spesso sottolineato che per un vescovo il primo prossimo sono i suoi preti. Aggiungerei volentieri che il primo prossimo per un prete è proprio il suo confratello!
7. In questa serata meravigliosa ciascuno di noi senta forte la consapevolezza dell’essere unto, senta forte questa consacrazione per un invio e nella grazia dello Spirito Santo la traduca nella vita: il vescovo e i presbiteri attraverso il sacerdozio ministeriale, i consacrati e laici attraverso il sacerdozio battesimale. “Concedi, Dio onnipotente, che, rinnovati dai santi misteri, diffondiamo nel mondo il buon profumo del Cristo” (post communio). Che la famiglia ecclesiale della nostra amata Diocesi di Albenga-Imperia tutta si riempia del bonus odor Christi! Del buon profumo di Cristo! (cfr Gv 12,3). Così sia!