Omelia del vescovo per la Santa Messa dell’Epifania del Signore – Albenga Cattedrale di San Michele – 6 gennaio 2022

“Seguendo astri, fissando gli abissi
fino a bruciarsi gli occhi del cuore!”

 

…Eran partiti da terre lontane:
in carovane di quanti e da dove?
Sempre difficile il punto d’avvio,
contare il numero è sempre impossibile.

Lasciano case e beni e certezze,
gente mai sazia dei loro possessi,
gente più grande, delusa, inquieta:
dalla Scrittura chiamati sapienti!

Le notti che hanno vegliato da soli,
scrutando il corso del tempo insondabile,
seguendo astri, fissando gli abissi
fino a bruciarsi gli occhi del cuore!

 Epifania di David Maria Turoldo

1. La pagina evangelica di Matteo ci propone oggi la storia dei tre re Magi. Ben sappiamo che propriamente parlando non erano  re, bensì uomini saggi e istruiti, e anche, come tutti i veri eruditi, uomini  che si ponevano interrogativi ed erano in costante ricerca. Non scrutavano solo gli astri e le loro costellazioni, ma meditavano  anche i destini dell’uomo sulla terra, sapevano vedere le ingiustizie, la violenza, gli egoismi, la falsità presenti nel mondo, vedevano l’enorme dolore causato dalle guerre… “scrutando il corso del tempo insondabile, seguendo astri, fissando gli abissi
Dal loro cuore come da chi ha a cuore il destino dell’umanità, dicevano a se stessi: così non si può andare avanti! Nel cuore di questi tre saggi ardeva e la domanda e il desiderio  di un Salvatore. Erano pagani, ma come tutti gli autentici uomini dal cuore pulito, erano attratti dalla verità.  La loro saggezza li portava  ad essere certi che un uomo per quanto potente e saggio,  non può portare la salvezza; l’uomo non si autosalva! La salvezza può portarla solo Dio. Così attendevano e speravano, fino a che un bel giorno ritennero di vedere un segno nel cielo, ‘la sua stella’:  quella che alla tradizione piace chiamare ‘stella cometa’, stella  che guida e orienta agli scintillii di una nuova luminosità coscienziale.

2. I Santi Magi ci insegnano che dobbiamo essere uomini che si interrogano, che cercano e che sperano, non uomini che vivacchiano nell’indifferenza e nell’ottusità, dobbiamo essere uomini che seguono una stella, che hanno degli ideali, che cercano e si interrogano in ordine a un di più, che cercano e si interrogano nei confronti del mistero di Dio: “fino a bruciarsi gli occhi del cuore!” Cercare Dio: questo contraddistingue l’essere umano, questo costituisce la sua grandezza e la sua dignità. I Santi Magi si interrogavano e cercavano, ma non solo: quando videro il segno nel cielo, ‘la sua stella’, si misero in cammino, lasciarono tutto e senza timore di affrontare la fatica di una lunga marcia, “eran partiti da terre lontane: in carovane di quanti e da dove? Sempre difficile il punto d’avvio, contare il numero è sempre impossibile. Lasciano case e beni e certezze”. Mettersi in cammino! Quante volte nella Sacra Scrittura  troviamo questa espressione! Abramo si mette in cammino, il popolo di Israele si mette in cammino attraverso il deserto verso la terra promessa, i primi discepoli di Gesù non appena Gesù li chiamò e lo seguirono e si misero in cammino, i primi cristiani erano chiamati “quelli della strada”. Il cristiano non è  un ingessato. La grande tentazione è vivere come vivono tutti, parlare come parlano tutti, fare come fanno tutti etc. etc. Gesù ci vuole in cammino, in stato di conversione; lo stile sinodale ha la sua sorgente in un cuore in stato di conversione permanente, sempre pronto a correggere la rotta della vita.

3. I Santi Magi hanno osato mettersi in cammino e quando hanno incontrato quella vecchia volpe di Erode, fanno esperienza della resistenza che viene opposta al bene e a Dio. Ad Erode interessava il suo potere e la sua ricchezza, non era interessato ad un Messia e non andò tanto per il sottile, la strage degli innocenti lo evidenzia. Cerca di sapere notizie da i tre per manipolarli e a coinvolgerli ai suoi scopi tenebrosi; i tre  non si lasciano abbindolare e sfruttare, vanno per la loro strada…Sempre dobbiamo fare i conti con la resistenza: dalle prime persecuzioni, ai regimi del “male assoluto” –nazismo e comunismo- (San Giovanni Paolo II), alle nuove persecuzioni in atto sul nostro pianeta e al desiderio di cancellare le tracce culturali del cristianesimo nella società, alla cultura della cancellazione. I Santi Magici propongono un alto magistero;  ci esortano: segui la tua stella, segui la voce della tua coscienza e poniti le domande essenziali! Poi mettiti in cammino e troverai Dio e non ti piegherai alla pressione della opinione pubblica e del politicamente corretto. Ciò che colpisce di più in questo viaggio dei Santi Magi che al seguito della stella raggiungono Betlemme per vedere Colui che è nato, ciò che più scalda il nostro cuore in questa avventura così cara al nostro immaginario collettivo, è la passione che brucia dentro alla coscienza dei tre bisognosi di raggiungere l’Assoluto di Dio, “fino a bruciarsi gli occhi del cuore!”

4. Persone che si interrogano, persone in cammino, testimoni coraggiosi: questi erano i Santi Magi. Quando raggiunsero il loro obiettivo, si prostrarono e adorarono il Bambino nella mangiatoia come il Messia, il Figlio di Dio venuto nel mondo: l’Unico che può darci salvezza e vita. Dio ci viene incontro non nello straordinario, nell’eccezionale, nello stravagante, nel sensazionale, negli eventi eccitanti e spettacolari: “il totalmente straordinario accade nel bel mezzo di ciò che è del tutto abituale e del tutto quotidiano. Dio non fa spettacolo. Dio è discreto, proprio come l’amore autentico che non è mai invadente, ma sempre discreto… Dio vuole essere trovato nella quotidianità del mondo” (W.Kasper). Con l’adorazione del Bambino esprimono  ciò che è importante, ciò che è stabile e che ci sostiene, ciò che è criterio ultimo per decidere e discernere: Gesù Cristo. In Lui è apparso visibilmente il Dio invisibile e nascosto. In Gesù Cristo Dio si è incarnato ed è diventato come uno di noi.  La verità è una persona; è Gesù Cristo in persona. Molti oggi non sanno più che cosa devono fare della loro vita, su che cosa possono  fare affidamento; prendendo il titolo di un celebre dipinto di Paul Gaugin del 1897, potremmo dire si fa fatica a dare risposta agli interrogativi fondamentali “Da dove veniamoChi siamoDove andiamo?. In Gesù Cristo, Signore del Tempo e della Storia,  abbiamo un criterio concreto e un punto di orientamento, un autentico Synodos, compagno di viaggio, al quale possiamo incondizionatamente affidarci. Davanti al Bambino di Betlemme si prostrano perché  lì è l’unico posto dove ha senso inginocchiarsi; davanti a nessun altro ci si può mettere in ginocchio! L’adorazione è segno dello stupore riconoscente  e offrono loro stessi attraverso i tre doni. E’ questa capacità di silenziosa adorazione che dobbiamo reimparare; mettersi in silenzio e prendere coscienza che l’Eterno  è nel tempo,  è qui presente. Celebrare il mistero della manifestazione nella carne del Verbo Eterno (Natale) non è solo uno stato d’animo emozionalmente intenso e romantico, ma un essere condotti all’adorazione che nasce dal riconoscimento e che ci porta a dire: qui, ora, Dio è presente!

+ Guglielmo Borghetti,
vescovo di Albenga – Imperia

Albenga, 6 gennaio 2022
Solennità dell’Epifania del Signore

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