Natale 2017: omelia del Vescovo nella Santa Messa del Giorno

1. “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,). Tra i simboli del Natale c’è quello della luce, è uno dei più ricchi di significato spirituale, e sul quale vorrei attirare la vostra attenzione in questo Giorno Santo. La festa del Natale coincide, nel nostro emisfero, con i giorni dell’anno nei quali il sole termina la sua parabola discendente e si avvia ad allungare gradualmente il tempo di luce diurna, secondo il ricorrente susseguirsi delle stagioni. Questo ci aiuta a meglio comprendere il tema della luce che sopravanza le tenebre. È simbolo evocatore di una realtà che tocca l’intimo dell’uomo: mi riferisco alla luce del bene che vince il male, dell’amore che supera l’odio, della vita che sconfigge la morte. La Luce del Natale è questo: il bambino di Betlemme che viene a liberare l’uomo dall’ombra della morte e del peccato: il Natale torna a riproporci l’annuncio della definitiva vittoria dell’amore di Dio sul peccato e la morte, della luce sulla tenebra.
 
 
2. Nella Liturgia del Santo Natale sono numerosi e significativi i richiami alla luce. Il Salvatore atteso dalle genti è salutato come “Astro sorgente”, che indica la via e guida gli uomini, viandanti tra le oscurità e i pericoli del mondo, verso la salvezza promessa da Dio e realizzata in Gesù Cristo. Nel vedere strade e piazze delle nostre città addobbate da luminarie sfolgoranti, ricordiamo che queste luci ci richiamano ad un’altra luce, invisibile agli occhi, ma non al cuore. Mentre le ammiriamo, mentre accendiamo le candele nelle Chiese o l’illuminazione del presepe e dell’albero di Natale nelle case, si apra il nostro animo alla vera luce spirituale recata a tutti gli uomini di buona volontà. Il Dio con noi, nato a Betlemme dalla Vergine Maria, è la Stella della nostra vita!

 
3.”O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, Sole di giustizia: vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte”. Facciamo nostra questa invocazione della liturgia, chiediamo al Signore di affrettare il suo avvento glorioso in mezzo a noi, in mezzo a tutti quelli che soffrono, perché solo in Lui possono trovare appagamento le autentiche attese del cuore umano. Questo Astro di luce che non tramonta, ci comunichi la forza per seguire sempre il cammino della verità, della giustizia e dell’amore! Viviamo intensamente questo Natale, insieme a Maria, la Vergine del silenzio e dell’ascolto. Lei, che fu totalmente avvolta dalla luce dello Spirito Santo, ci aiuti a comprendere e a vivere appieno il mistero del Natale di Cristo. La celebrazione del Natale non è solo ricordo, memoria, ma anche presenza. La manifestazione di Dio nella carne è l’avvenimento che ha rivelato la Verità nella storia. Infatti, la data del 25 dicembre, collegata all’idea della manifestazione solare — Dio che appare come luce senza tramonto sull’orizzonte della storia —, ci ricorda che non si tratta solo di un’idea, quella che Dio è la pienezza della luce, ma di una realtà per noi uomini già realizzata e sempre attuale: oggi, come allora, Dio si rivela nella carne, cioè nel «corpo vivo» della Chiesa peregrinante nel tempo, e nei Sacramenti ci dona oggi la salvezza.
 
4. Nel Prologo del Vangelo di Giovanni il Verbo viene definito Luce e Vita, luce che “splende nelle tenebre” senza essere vinta. Coloro che credono in Gesù possono dire “noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità”; la manifestazione luminosa di Dio ci pone di fronte ad una scelta.  A partire dal Prologo si mostra in nuce il carattere drammatico di una simile scelta: luce e tenebre, il Verbo e il mondo creato attraverso di lui, stanno in costante tensione: “Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto”. L’autentico riconoscere implica un prendere posizione, il lasciarsi illuminare dalla luce: però spesso la scelta è di restare, o tornare, o rifugiarsi nella tenebra. “la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce” (Gv 3,19-21). Occorre riscattare questo Tempo natalizio da un rivestimento troppo moralistico e sentimentale. Troppa melassa buonista troppa “pappa del cuore” (Hegel)in questi giorni. La celebrazione del Natale non ci propone solo degli esempi da imitare, quali l’umiltà e la povertà del Signore, la sua benevolenza e amore verso gli uomini; ma è piuttosto l’invito a lasciarci trasformare totalmente da Colui che è entrato nella nostra carne, a scegliere di lasciarci illuminare dalla Luce vera che illumina ogni uomo (cfr Gv 1,9). San Leone Magno spiega l’importanza concreta e sempre attuale per la vita cristiana del mistero del Natale: “le parole del Vangelo e dei Profeti… infiammano il nostro spirito e ci insegnano a comprendere la Natività del Signore, questo mistero del Verbo fatto carne, non tanto come un ricordo di un avvenimento passato, quanto come un fatto che si svolge sotto i nostri occhi” (Sermone sul Natale del Signore 29,1). Ed aggiunge: “Riconosci, cristiano, la tua dignità, e, fatto partecipe della natura divina, bada di non ricadere, con una condotta indegna, da tale grandezza, nella primitiva bassezza” (Sermone 1 sul Natale del Signore,3), potremmo aggiungere bada di non ricadere da tale luminosità nella tenebra antica. Viene il momento in cui siamo posti di fronte ad una scelta, ad una deliberazione indifferibile. Non scegliere è già perdere l’occasione, è un retrocedere verso le tenebre. Essa esprime l’urgenza della scelta, l’irrevocabilità di determinate occasioni per accogliere la misericordia di Dio, senza frapporre ostacoli.
 
5. La luce di Cristo non illumina solo i credenti. Si rivolge a tutto il mondo. Diventa criterio per guardare ai grandi fenomeni negativi e positivi del nostro tempo: da un lato inquinamento, terrorismo, disgregazione sociale, corruzione e ingiustizia; dall’altro solidarietà, sviluppo della comunicazione, ricerca di condivisione, aspirazione alla legalità. I credenti prendono posizione a favore di ciò che è buono per tutti, anche se risulta scomodo per i pochi, potenti, che non ne traggono vantaggio. La luce di Cristo splende sul mondo: e “le tenebre non l’hanno vinta”. La storia mostra come esista il pericolo per i credenti di non stare sempre dalla parte della luce, di non cogliere quelle scintille che lo Spirito immette nella storia, anche al di fuori della Chiesa; ma mostra anche il pericolo per la Chiesa di adeguarsi semplicemente al mondo, senza immettervi la forza di rinnovamento che nasce dal Vangelo. La voce dei profeti annuncia che Dio è continuamente in azione nella storia, dando voce al grido di attesa e di speranza di tutta l’umanità.
 
6. Con questi sentimenti, esortandovi a mantenere vivo lo stupore interiore per la celebrazione della nascita del Salvatore, sono lieto di formulare i più cordiali auguri di un santo e lieto Natale a tutti voi qui presenti, ai vostri familiari, alla comunità parrocchiale tutta e a quanti vi sono cari.
                                                                                             
                                                                                                 X  Guglielmo Borghetti, vescovo
 
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