Omelia del Vescovo per la Solennità del Corpo e del Sangue di Cristo Albenga – Cattedrale di San Michele – domenica 22 giugno 2025

Una vita donata
22-06-2025

1. Questo è il mio corpo, che è per voi (1 Cor. 11,23). “Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue” (1 Cor. 11,24). Il ‘corpo’ e il ‘sangue’ dicono il dono totale di sé: Cristo offre la sua vita per la salvezza dell’umanità. È un atto di amore radicale, un sacrificio d’amore che si compie sulla Croce, ma che viene anticipato sacramentalmente nella Cena del Signore nei segni del pane spezzato e del calice del vino: banchetto sacrificale, sacrificio conviviale. Il gesto di spezzare il pane è il gesto visibile che rappresenta quel dono. Nella liturgia, il sacerdote spezza l’ostia consacrata per ricordare il corpo di Cristo crocifisso, frantumato. non è solo un simbolo di morte: è anche segno di comunione, di condivisione. Il pane, spezzato e condiviso, diventa nutrimento per molti, unendo i fedeli in un solo corpo, la Chiesa e quando un frammento dell’ostia viene immerso nel calice, si esprime l’unità inseparabile del Corpo e del Sangue di Cristo, presenti entrambi nell’Eucaristia. È la frazione del pane, antica tradizione che sottolinea la completezza del dono e la comunione con il Cristo Risorto.

2. Cristo, nel suo sacrificio sulla Croce, dona tutto sé stesso, fino all’effusione del suo sangue, per la redenzione dell’umanità. Il corpo spezzato e il sangue versato dicono l’offerta radicale che ogni cristiano è chiamato a compiere: vivere non per più per sé stessi, ma per Dio e per gli altri, “perché non viviamo più per noi stessi ma per lui che è morto e risorto per noi” recita la quarta preghiera eucaristica. Come Cristo ha donato il suo corpo e il suo sangue, anche il discepolo è chiamato a offrire la sua vita, nel servizio alla gloria di Dio, nella preghiera e nella carità. Nell’Eucaristia il Corpo e il Sangue di Cristo sono il segno più grande ed espressivo della sua presenza viva e della sua comunione con noi.