“La missione senza confessioni è come un corpo senz’anima”
(San Leonardo da Porto Maurizio)
Cari fratelli e sorelle,
1. Oggi la nostra comunità si raccoglie con gratitudine e gioia per celebrare la festa di San Leonardo da Porto Maurizio, figlio della nostra terra, patrono della nostra città, testimone luminoso della misericordia di Dio. Un figlio di Imperia, un apostolo del Vangelo. San Leonardo nacque nel 1676 proprio qui, a Porto Maurizio, oggi parte della nostra amata Imperia. Entrò nell’Ordine dei Frati Minori e si distinse per la sua predicazione ardente, la sua vita austera e la sua profonda devozione alla Passione di Cristo. Fu instancabile missionario, percorse l’Italia a piedi, portando la Parola di Dio nei villaggi, nelle città, nei cuori. Sappiamo bene come la sua opera più celebre fu la diffusione della Via Crucis, che volle fosse presente in ogni parrocchia, monastero e santuario. Per lui, meditare la Passione di Cristo era il modo più diretto per entrare nel mistero dell’amore divino.
2. Il Vangelo che oggi ascoltiamo ci propone le parole di Gesù: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.” (Lc 9,23). San Leonardo ha vissuto queste parole con radicalità. Non ha cercato la gloria, ma la verità. Non ha cercato il potere, ma la croce. E proprio nella croce ha trovato la forza per amare, per servire, per donarsi.
3. Un santo della misericordia e della pace. In tempi di divisioni e guerre, San Leonardo fu messaggero di pace. Predicò contro l’odio, contro l’indifferenza, contro la mondanità. Fu confessore, consigliere, guida spirituale. Papa Benedetto XIV lo chiamò “il più grande missionario del secolo”. Morì nel convento di San Bonaventura al Palatino, a Roma, nel 1751, e fu canonizzato nel 1867. Ma la sua eredità vive ancora, soprattutto qui, dove il suo spirito continua a proteggere e ispirare la nostra città.
4. Quest’anno, Anno Giubilare, vorrei sottolineare un grande insegnamento di San Leonardo, una sua profonda convinzione: considerava la confessione, il sacramento della penitenza, il cuore pulsante della missione. La misericordia è il primo annuncio, ogni missione autentica nasce dal cuore di Cristo che perdona. Per lui, predicare senza offrire il sacramento della riconciliazione era come seminare senza raccogliere. In una lettera scritta durante una missione, afferma con forza: “Sicché la nostra maggior fatica consiste in confessare […] e questo è il maggior bene della missione, e tutto il resto senza questo è una mera apparenza di bene.” (Lettere inedite, Opere complete, vol. IV, Venezia, 1868, pp. 557–558). Questa frase rivela la sua profonda convinzione: la conversione del cuore avviene nell’incontro personale con la misericordia di Dio, e il confessionale è il luogo privilegiato di questo incontro; passava ore, giorni interi, ad ascoltare le anime. Non si limitava a predicare con eloquenza, ma si chinava sulle fragilità, sulle ferite, sulle lacrime. La sua missione era guarire, riconciliare, riaccendere la speranza. La confessione è anche “sacramento della guarigione” perché non si limita a perdonare i peccati: guarisce l’anima, ristabilisce la pace interiore e rafforza il cammino spirituale del cristiano. In un’altra lettera, scrive: “la missione senza confessioni è come un corpo senz’anima. È nella confessione che si vede il frutto vero, il cambiamento, la grazia che opera.” La confessione, o sacramento della riconciliazione, è uno dei pilastri della vita cristiana: è l’incontro personale con la misericordia di Dio che guarisce, rinnova e riconcilia. La festa di San Leonardo non è solo memoria: soprattutto in questo anno di grazia giubilare è invito a lasciarsi riconciliare con Dio riscoprendo la pratica regolare della confessione, soprattutto in un tempo in cui questo sacramento vede una preoccupante disaffezione e molti lo trascurano.
5. La festa di San Leonardo non è solo memoria è chiamata a riscoprire la bellezza della fede vissuta con passione e a portare Cristo nelle strade di Imperia, nei luoghi di lavoro, nelle famiglie, nei cuori. Come lui, perdonati e riconciliati, siamo chiamati a essere missionari della speranza, artigiani della pace, testimoni della croce. Non con grandi gesti, ma con la fedeltà quotidiana, con la preghiera, con la carità operosa.
6. San Leonardo, nostro patrono, intercedi per noi: rendici desiderosi di accogliere il perdono di Dio che ci rinnova e ci rende capaci di amare come tu hai amato. Rendici coraggiosi nel portare la croce. Rendici umili nel servire. Rendici entusiasti e appassionati nella testimonianza del Vangelo della Speranza. Intercedi per la tua Imperia: sia sempre una città dove il Vangelo è vivo, dove la fede è luce, dove la speranza divampa, dove la carità è casa. Così sia!


