Omelia del Vescovo per la Festa di San Maurizio e Compagni Martiri Imperia, Basilica Concattedrale, 22 settembre 2025

Cari fratelli e sorelle,

1. abbiamo la gioia di celebrare in questo Anno Santo 2025 la memoria gloriosa di San Maurizio e dei suoi compagni martiri, titolari della nostra bella Basilica Concattedrale. Sono soldati della Legione Tebea che hanno scelto di servire Cristo fino al dono della vita. In un tempo in cui la fedeltà era messa alla prova dalla forza dell’impero, questi uomini hanno testimoniato che c’è un’autorità più alta di quella terrena: quella di Dio, che parla alla coscienza e chiama alla verità.

2. San Maurizio era un comandante. Non cercava lo scontro, ma la coerenza. Quando ricevette l’ordine di perseguitare altri cristiani, lui e i suoi compagni rifiutarono. Preferirono morire piuttosto che tradire il Vangelo. La loro scelta ci interpella: cosa siamo disposti a sacrificare per rimanere fedeli a Cristo?

3. La Parola del Vangelo getta un fascio di luce “chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà” (Lc 9,24). È un paradosso che solo la fede può comprendere. I martiri non sono eroi nel senso mondano del termine. Sono uomini e donne che hanno scoperto che la vita vera non si misura in anni, ma in amore.

4. San Maurizio e i suoi compagni ci insegnano che la fede non è un sentimento privato, ma una scelta pubblica. Essere cristiani significa vivere con coerenza, anche quando costa. Significa dire “no” all’ingiustizia, alla violenza, alla menzogna, anche se questo ci rende scomodi. La loro testimonianza ci invita a chiederci: quali compromessi accettiamo ogni giorno? Dove mettiamo il limite tra ciò che è giusto e ciò che è conveniente? Oggi più che mai abbiamo bisogno del coraggio della fede. Non il coraggio rumoroso delle imprese spettacolari, ma quello silenzioso e tenace di chi sceglie ogni giorno di vivere secondo il Vangelo. San Maurizio e i suoi compagni ci insegnano che la fedeltà a Cristo non è una teoria, ma una scelta concreta, spesso scomoda, a volte persino pericolosa. Ciascuno di noi, nel suo piccolo, è chiamato a dire dei “no” coraggiosi: no alla menzogna, no all’ingiustizia, no alla comodità che ci fa dimenticare gli altri. E a dire dei “sì” che costano: sì alla verità, sì alla carità, sì alla coerenza. Nella Esortazione Apostolica Christifideles Laici (1988) San Giovanni Paolo II denuncia la separazione artificiale e dannosa tra la vita di fede e la vita quotidiana del cristiano laico e critica con forza l’idea che si possa vivere una doppia esistenza: una spirituale, confinata alla sfera religiosa-privata, e una secolare, vissuta nel mondo come se Dio non ci fosse. Ecco cosa dice nel n. 59 del documento citato:

“Una delle tentazioni più diffuse, che i cristiani devono oggi saper superare, è quella di vivere una sorta di ‘doppia vita’. Da una parte la vita detta ‘spirituale’, con i suoi valori e le sue esigenze; e dall’altra la vita detta ‘secolare’, cioè la vita familiare, professionale, sociale, culturale, come se queste fossero estranee alla fede cristiana.”

5. La fede non può essere relegata alla sola sfera privata o liturgica. Ogni ambito della vita- lavoro, famiglia, politica, cultura – deve essere permeato dallo spirito evangelico. Il laico e tutti i fedeli sono chiamati a vivere la propria vocazione cristiana testimoniando Cristo in ogni situazione concreta.

6. Questo è quello che a me piace chiamare ‘martirio bianco’ di ogni giorno. Non ci sarà forse una spada né spargimento di sangue, ci sarà però la fatica, la solitudine, l’incomprensione e “se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?” (Rm 8,31). Il mondo ha bisogno di cristiani coraggiosi, non perfetti, ma fedeli, ha bisogno di cristiani che non si vergognano del Vangelo, ma lo portano con fierezza, come una luce che illumina il cammino.

7. Oggi ancora una volta siamo chiamati a raccogliere l’eredità spirituale di San Maurizio e dei suoi compagni. La loro testimonianza non è un ricordo lontano, ma una provocazione viva: ci sfida a vivere la nostra fede con coraggio, senza compromessi, senza paura. Che questa celebrazione non sia solo memoria, ma impegno. Che il sangue dei martiri, versato per amore, diventi seme di coerenza nelle nostre scelte, luce nei nostri dubbi, forza nelle nostre debolezze. Preghiamo perché il Signore ci renda capaci di dire “sì” alla verità, “sì” alla giustizia, “sì” al Vangelo, anche quando costa.

8. San Maurizio, intercedi per noi. Rendici cristiani coraggiosi, capaci di amare fino in fondo, capaci di testimoniare con la vita ciò che crediamo con il cuore, la nostra comunità, illuminata dal tuo esempio, sia segno di speranza per il mondo!

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