Omelia del Vescovo nella Santa Messa della Notte – Natale 2025 – Albenga – Cattedrale San Michele
“Questo per voi il segno” (Lc 2,12)
“Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,12). Mi convinco sempre di più che a Natale e soprattutto nella Notte di Natale, a Messa la predica è inutile, non necessaria intendo. E subito mi contraddico spiegandomi meglio: è inutile/non necessaria in due sensi. Il primo: se è una cantilena dolciastra sul Bambino che nasce al freddo e al gelo in una notte scura di dicembre, in condizioni logistiche non ideali per partorire all’aperto, o quasi; se è una cantilena che piace sentirsi ripetere, come al bambino piace sentir narrare la stessa fiaba più e più volte dalla mamma, dal papà, dalla nonna e come a chi viene a Messa in questa notte e vuole ascoltare la stessa nenia con la colonna sonora degli stessi canti natalizi che lo immergono attraverso il flusso della memoria nella storia della sua vita; se è questo è inutile! Il secondo: se vogliamo escogitare parole nuove ed importanti, filosofeggiare dottamente sulla nascita di Gesù per rendere più comprensibile il mistero o magari tentare di ‘arricchirlo’ riconducendolo a qualche considerazione sociologica sul suo nascere marginale, povero ed arrivare così ad appiattire ed asfaltare orizzontalizzandolo il mistero di quanto accade, se è tutto questo la predica è inutile/non necessaria!
“Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,12). A Natale, nella Santa Notte, non servono troppe spiegazioni: basta contemplare il segno. Non dobbiamo spiegare nulla, ma solo guardare, stupirci, adorare. A Natale, le prediche, lo ripeto, sono inutili. Dio stesso le ha ritenute tali. Perché il vero annuncio non è fatto di discorsi: è un Bambino, deposto in una mangiatoia. Dio non ha scelto di convincerci con ragionamenti, ma di farsi vedere, toccare, accogliere, adorare. Ha mostrato un segno. Un neonato fragile, bisognoso di cure, che porta in sé tutta la forza dell’amore. I pastori non ricevono una lezione, ma un invito. La fede nasce dallo stupore davanti a un fatto, non da un discorso ben costruito.
“Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,12): il bambino avvolto in fasce e adagiato nella mangiatoia è la rivelazione della parola del Signore, epifania della luce della gloria di Dio, è apparizione “della grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini” ci dice san Paolo nella lettera a Tito (Tt 2,11). “Chi cerca la rivelazione divina, cerca invano se non si attiene a questo segno… La rivelazione divina è lo schiudersi di una porta che si può aprire solo dall’interno e non dall’esterno. Se ne può scoprire soltanto il segno, ma non si può scoprire colui che è ‘vero Dio e vero uomo’. Si possono scoprire soltanto le ‘fasce’ e la ‘mangiatoia’ di Betlemme e la croce del Golgota” ( Barth, Sermone sul Natale).
“Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,12). In questa Santa Notte facciamoci discepoli del magistero della vita di un bambino che nasce: lì c’è Dio, che non è dunque un concetto, un’idea, ma una vita che precede la nostra vita e la illumina. Se non capiamo la vita non capiremo Dio e se non la capiamo nell’alfabeto dell’umano semplice ed elementare non possiamo illuderci di capirla altrove. Se non conosciamo il mistero della vita racchiuso in un bambino che nasce non conosceremo mai il Dio fatto carne. Il dramma vero è l’analfabetismo dell’umano e questo è stato il dramma dell’umanità di sempre anche se declinato diversamente, per questo tutto diventa più difficile: il rispetto della dignità della persona umana e dei suoi diritti inalienabili, la pace, la giustizia. Se non riconosco l’uomo faticherò a riconoscere Dio, se non riconosco Dio faticherò a riconoscere l’uomo! Non esiste solo il pericolo del dramma dell’umanesimo ateo: l’uomo senza Dio diventa disumano (cfr H. De Lubac, Il dramma dell’umanesimo ateo,1944), ma anche il pericolo del dramma del teismo disumanizzante, un teismo che schiaccia l’uomo è “disumanizzante”; il cristianesimo è l’opposto valorizza in pieno la libertà e la dignità umana (cfr Cacciari, Generare Dio 2017).
“Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,12). A tutti un caro e affettuoso augurio di un Natale coraggioso che ci spinga tra le braccia di quel Bambino che adoriamo stupiti e grati! Così sia!