Pubblicato il Messaggio di Leone XIV per la V Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani del 27 luglio 2025.

Il Papa: “Visitare un anziano è incontrare Gesù, ci libera da indifferenza e solitudine”.

Il Pontefice chiede alle chiese sul territorio e alle istituzioni ecclesiali di iniziare una “rivoluzione della cura”, andando a trovare e prendendosi cura degli anziani, chiamati a loro volta a “testimoniare la speranza”.

Indulgenza giubilare per chi visita un anziano solo

Amare, farsi loro prossimi, visitare sono gesti che hanno un valore liberante e redentivo, sia per chi visita, che per chi viene visitato. Il Papa ribadisce la decisione che potranno conseguire l’Indulgenza giubilare se si recheranno a rendere visita per un congruo tempo agli anziani in solitudine, quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro. “Visitare un anziano è un modo per incontrare Gesù, che ci libera dall’indifferenza e dalla solitudine” (Papa Leone XIV).

Anziani, protagonisti di salvezza

La logica di Dio nella Bibbia è del tutto opposta a quella della marginalizzazione e della dimenticanza di cui gli anziani sono spesso vittime nelle nostre società. “La Sacra Scrittura presenta diversi casi di uomini e donne già avanti negli anni, che il Signore coinvolge nei suoi disegni di salvezza. Abramo e Sara, Zaccaria ed Elisabetta, Nicodemo, e persino Mosé, “chiamato a liberare il suo popolo quando aveva ben ottant’anni, sono tutte persone il cui “sguardo di speranza nel futuro” sembrerebbe già chiuso, e invece il Signore li coinvolge nei suoi disegni di salvezza, perché ai suoi occhi la vecchiaia è un tempo di benedizione e di grazia e gli anziani, per Lui, sono i primi testimoni di speranza. La vita della Chiesa e del mondo, infatti, si comprende solo nel susseguirsi delle generazioni, e abbracciare un anziano ci aiuta a capire che la storia non si esaurisce nel presente, né si consuma tra incontri veloci e relazioni frammentarie, ma si snoda verso il futuro.

Fragilità ed inesperienza

Di questa speranza possono beneficiare proprio le giovani generazioni per costruire sulla roccia la casa del loro futuro. Se dunque è vero che la fragilità degli anziani necessita del vigore dei giovani è altrettanto vero che l’inesperienza dei giovani ha bisogno della testimonianza degli anziani per progettare con saggezza l’avvenire.

Chiamati ad amare ancora

Ma gli anziani non sono solo i destinatari dell’amore e della cura. Nessuna frazione della vita umana, per quanto indebolita dall’avanzare degli anni, è infatti esentata dal compito di amare. “Il nostro fisico è debole ma, anche così, niente può impedirci di amare, di pregare, di donare noi stessi, di essere l’uno per l’altro, nella fede, segni luminosi di speranza. Abbiamo una libertà che nessuna difficoltà può toglierci: quella di amare e di pregare. Tutti, sempre, possiamo amare e pregare” (Papa Francesco).

Fiduciosi in Dio

“Soprattutto da anziani, dunque, perseveriamo fiduciosi nel Signore. Lasciamoci rinnovare ogni giorno dall’incontro con Lui, nella preghiera e nella santa Messa. Trasmettiamo con amore la fede che abbiamo vissuto per tanti anni, in famiglia e negli incontri quotidiani: lodiamo sempre Dio per la sua benevolenza, coltiviamo l’unità con i nostri cari, allarghiamo il nostro cuore a chi è più lontano e, in particolare, a chi vive nel bisogno. Saremo segni di speranza, ad ogni età”.  Al fondo dell’articolo il link per leggere il messaggio di Papa Leone XIV

https://www.vatican.va/content/leo-xiv/it/messages/grandparents/documents/20250626-messaggio-nonni-anziani.html

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