Noi non abbandoniamo nessuno non è uno slogan, ma la sintesi di un’intenzione profonda che orienta il cammino della Chiesa in Italia. È lo spirito – dice Mons. Giuseppe Baturi Arcivescovo di Cagliari Segretario Generale CEI – che anima le nostre comunità, le parrocchie, le Diocesi, le opere di carità e i servizi pastorali, a ogni latitudine e in ogni contesto. È lo stesso spirito che attraversa questo Rendiconto, che non si limita a registrare cifre e percentuali, ma racconta volti, storie, scelte di prossimità e speranza.
Come previsto dalla normativa vigente, i fondi dell’8xmille che i cittadini liberamente destinano alla Chiesa cattolica sono impiegati per il culto e la pastorale, la carità e il sostentamento del clero, divenendo un potente e concreto segno di una Chiesa che si prende cura, che si fa prossima, che si china su chi è ferito nel corpo e nello spirito per versare, sull’esempio di Cristo, “l’olio della consolazione e il vino della speranza” (dalla Liturgia).
Concretamente, attraverso l’8xmille, si restituisce dignità a chi è ai margini, si sostiene chi opera nei territori e negli ambienti di vita e di lavoro, si incoraggia il cammino delle comunità cristiane anche oltre i confini nazionali.
I fondi si trasformano così in mani tese che sollevano, in abbracci che confortano, in sguardi che sanno vedere possibilità di futuro. Percorrono le vie del mondo, – continua Mons. Giuseppe Baturi – anche le più impervie, dove vivono anziani dimenticati, bambini privi di tutto, famiglie travolte dalle difficoltà.
Le persone non sono numeri né strumenti di strategie, ma volti, storie, figli e figlie di Dio. A loro guarda, con amore preferenziale, la Chiesa: a chi soffre per la povertà, la guerra, l’ingiustizia, a chi è invisibile o scartato. L’obiettivo non è solo soccorrere, ma promuovere. È insufficiente, infatti, una logica di mera assistenza; occorre un’azione che generi protagonismo, responsabilità condivisa, sviluppo umano integrale. Ecco perché vengono sostenute iniziative capaci di attivare percorsi educativi e relazioni solidali dentro le nostre comunità.
La trasparenza, in questo cammino, è parte essenziale della responsabilità ecclesiale.
Pubblicare il Rendiconto non è solo adempiere a un obbligo di legge, ma è testimoniare una scelta: quella di una gestione vigilante, sobria, orientata al bene comune. Ogni progetto viene valutato con rigore e attenzione, secondo criteri di efficacia, impatto, coinvolgimento delle comunità locali – specialmente dei più poveri –, sostenibilità economica e ambientale.
Illustrare con chiarezza – conclude Mons. Giuseppe Baturi – come sono stati impiegati i fondi ricevuti significa corrispondere a una fiducia ricevuta, ma soprattutto vuol dire affermare una visione di Chiesa che, anche attraverso la cura delle risorse, si fa più trasparente, maggiormente animata dalla comunione corresponsabile, più vicina.
È questa la rotta indicata dal Cammino sinodale ed è questa la consegna che ci ha affidato Papa Francesco, chiedendo a tutta la Chiesa in Italia di essere “inquieta”, capace di stare nelle pieghe della sofferenza umana, «vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. […] Lieti, con il volto di madre, che comprende, accompagna, accarezza».