Omelia del Vescovo per il mercoledì delle Ceneri – Cattedrale di San Michele – Albenga – 6 marzo 2019

06-03-2019

Con il Mercoledì delle Ceneri inizia il cammino quaresimale. L’austero segno di quel pizzico di ceneri grigie sul capo ci aiuta ad attivare il ‘travaglio’(Francesco) della nostra conversione atteso con “ardente aspettativa” (Rm 8,19) da tutta la creazione.  Ai figli di Dio, ai discepoli di Cristo ancora una volta è offerta l’opportunità della conversione, “ecco ora il momento favorevole” (2 Cor 6,2), l’opportunità di ricevere un di più di grazia per togliersi la maschera, mostrarsi a volto scoperto e passare dalla testa ai piedi, dall’egoismo all’amore servizievole. La Quaresima è il tempo del recupero dell’autenticità!  I greci davano al termine “autentico” il significato di “autore”, “che opera da sé”. Autenticità è manifestarsi come portatori di una verità che viene dall’interno, della quale ciascun soggetto ha la funzione di esserne autore. Mostrarsi “autori di se stessi” si contrappone al divenirne “attori”, intendendo con ciò la differenza tra “essere” e “rappresentare”, tra maschera e volto. Tanto più si è vicini alla propria verità profonda di figli di Dio, tanto più saremo autentici, capaci di mostrarci a volto scoperto. Al contrario, l’essere “come sé” interrompe la connessione profonda con se stessi, con la propria verità interiore e ci fa recitare la parte che gli altri ci fanno recitare, quello che vorremmo essere agli occhi degli altri. La Parola di Dio accolta con generosità ci aiuta a smascherare le nostre presunzioni ed il nostro recitare la vita col volto mascherato come nell’antico teatro. Viviamo tutti un po’ mascherati, in autentici, mostrando quello che vogliamo far credere di essere, coprendo accuratamente il volto. Il Carnevale è finito inizia il tempo del ‘giù la maschera’; vivere in Cristo significa essere veramente noi stessi rinunciando alla logica dell’apparire, “la cultura dell’apparenza, oggi dominante è un grande inganno” (Francesco): “il Padre tuo che vede nel segreto…” (Mt 6,18)). Oltre lo smascheramento come percorso di autenticità nella luce della Parola che purifica e trasforma, è importante pensare al percorso ulteriore a cui chiama la Quaresima: passare dalla testa ai piedi! “”Dalla testa”, per lo shampoo di cenere che ci viene fatto il Mercoledì delle ceneri, “ai piedi” perché dopo la lavanda dei piedi finisce la Quaresima e comincia il triduo pasquale. “Dalla testa ai piedi”: un cammino abbastanza lungo. Non si tratta di percorrere il metro e mezzo o i due metri della nostra altezza, ma di andare dalla testa propria ai piedi degli altri. Un cammino lungo, molto lungo!” Così parlava il vescovo Tonino Bello in una sua celebre omelia. Dalla testa ripiegata sul proprio egoismo su cui è posato il segno penitenziale delle ceneri ai piedi degli Apostoli lavati dall’acqua versata da Gesù la sera della Cena pasquale; in quel gesto si riassume la vita come servizio ad imitazione di Colui che sta “in mezzo a noi come colui che serve” (Lc 22,27) è il passaggio dall’egoismo all’amore servizievole.  In questo viaggio di ritorno all’essenziale, all’autentico, all’amore servizievole, ci sono suggeriti come mezzi utili l’elemosina, la preghiera, il digiuno. “La preghiera ci riannoda a Dio; la carità al prossimo; il digiuno a noi stessi. Dio, i fratelli, la mia vita” (Francesco). Risplenderà così nella gloria del Risorto una Chiesa senza maschere, autentica ed una Chiesa ricolma di amore servizievole. Buona Quaresima!

+ Guglielmo Borghetti, Vescovo