Omelia del Vescovo per la Solennità dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele Cattedrale di Albenga, domenica, 29 settembre 2019

1. La liturgia della Chiesa festeggia insieme gli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele; il nostro sguardo si volge oggi con affetto e gratitudine a Michele, Patrono della nostra Diocesi e della Città di Albenga. La Sacra Scrittura e la Tradizione della Chiesa, ci presentano gli angeli attraverso due tratti distintivi.

2. Da una parte, l’Angelo è una persona spirituale creata che sta davanti a Dio, è orientata con tutto il suo essere verso Dio, obbediente a Dio; gli angeli sono “potenti esecutori dei suoi comandi” (Ps 103,20). Tutti e tre i nomi degli Arcangeli finiscono con la parola “El”, che significa in ebraico ‘Dio’. Dio è scritto nei loro nomi e nel loro essere. La loro vera natura è l’esistenza Lui e per Lui; perfetti adoratori di Dio, in stato di lode permanente servono e contemplano la Santissima Trinità.

3. Il secondo tratto è collegato col primo: essi sono ministri della ‘divina premura’ (Benedetto XVI) e messaggeri di Dio. Sollecitano ad accogliere Dio e il suo progetto. Possiamo dire che essi svolgono il compito di missionari. Invitano ed aiutano ad accogliere Dio e il suo disegno di salvezza per diventarne annunciatori coraggiosi, capaci di sconfiggere il male e di instaurare il suo Regno, e quel “regno non sarà mai distrutto” (Dn 7,14).L’Apocalisse ci ricorda come Michele e i suoi angeli combattono contro il drago che viene precipitato, il diavolo, che seduce tutta la terra, sconfitto dal sangue dell’Agnello (cf Ap 12, 7-12a). Gli angeli cooperano con Cristo perché la salvezza si compia e grazie al sangue dell’Agnello la vittoria è assicurata e la distruzione allontanata.

4. Questi due tratti ci aiutano a cogliere un duplice messaggio per tutti noi qui stasera convenuti.

a) Come gli Arcangeli e come Michele, ogni persona, anche le persone umane, spiriti incarnati a differenza degli angeli spiriti puri, “portando” il Nome di Dio nel loro essere, creati ad immagine e somiglianza di Dio – imago Trinitatis–  si realizza in pienezza vivendo le scelte e i sentimenti del Figlio di Dio, Gesù Cristo; radicati e sintonizzati in Lui adoratori del Padre e pronti esecutori della sua amabile volontà si vivono vite teocentrate, non egocentrate.

b) Come gli Arcangeli e come Michele ogni battezzato è chiamato a collaborare con l’opera del Redentore; divenendo testimone, annunciatore e missionario in tutto il mondo di Lui, Unico Salvatore! Solo se l’umanità accoglie maggiormente Gesù Cristo può sconfiggere i mali odierni, che colpiscono le nostre famiglie, i nostri giovani e l’ambiente. Di quest’ultimo oggi giustamente si parla con preoccupazione per il surriscaldamento del pianeta e l’inquinamento; ma dovremmo essere anche attenti a non creare una ‘religione del dio ambiente’.

5.La festa degli Arcangeli, in particolare di san Michele, ci offre una ragione in più, all’inizio del nuovo anno pastorale, per riscoprirci discepoli-missionari guidati, dalla Esortazione apostolica Evangelii gaudium che sollecita ad affrontare una nuova tappa evangelizzatrice, perché Cristo sia tutto in tutti. Dio Padre, infatti, ci ha predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo (cf Rm 8, 29) a riprodurre in noi i sentimenti del suo Cuore, il suo stile di umiltà, mitezza e dedizione amorosa radicale.

6. Nell’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium Papa Francesco descrive una Chiesa che annuncia il Vangelo con gioia, più missionaria, attraverso tutte le sue componenti, nessuna esclusa. Per essere comunità cristiana più capace di evangelizzare, siamo chiamati alla conversione profonda del cuore che si declina poi come conversione pastorale e missionaria. Occorre una permanente riforma di sé, delle strutture ed istituzioni ecclesiali, comprese le parrocchie (cf EG 28), le associazioni, le organizzazioni e i movimenti, per renderli più idonei all’evangelizzazione. In un contesto di individualismo radicale e globalizzato, l’azione pastorale deve mostrare, meglio che in passato, che essendo creati ad immagine della Trinità, dobbiamo essere portatori di una comunione che guarisce, promuove e rafforza i legami interpersonali e sociali (cf EG 67). E’ essenziale che gli operatori pastorali siano formati adeguatamente; occorre formare a sconfiggere quel relativismo pratico che consiste nell’agire come se Dio non esistesse, nel decidere come se i poveri non esistessero; occorre educare a vincere la “desertificazione spirituale” delle nostre società, a vivere il realismo della dimensione sociale del Vangelo, scoprendo nel volto dell’altro il volto di Cristo (cf EG 88), a sperimentare la “mistica” del vivere insieme, fraternamente (cf EG  92), a non essere in guerra tra credenti (cf EG 98); urge formare un laicato non introverso, bensì capace di far penetrare i valori cristiani nel mondo sociale, giuridico, politico ed economico (cf EG 102). Tutti i cambiamenti del nostro mondo sono votati al fallimento se non cambia nulla nel nostro cuore. Inutile intessere geremiadi sul tempo attuale corrotto. Sant’Agostino diceva nel suo Discorso 80: “Sono tempi cattivi, dicono gli uomini, Vivano bene ed i tempi saranno buoni: Noi siamo i tempi”. I tempi non sono cattivi, questo è il tempo favorevole!

7. Preghiamo san Michele Arcangelo che combatte contro il drago che seduce la terra perché ci aiuti ad essere comunità giovane; capace, mediante un rinnovato slancio missionario, di generare figli. A conclusione mi piace ricordare che nell’ottobre del 2020 inizierò la Prima Visita pastorale al territorio diocesano, entrando ad una ad una in tutte le parrocchie della Diocesi. È un momento di grazia e vi invito a prepararlo con abbondante preghiera. L’Eucaristia ci faccia un’intimità itinerante con Gesù Cristo, l’Inviato dal Padre, per portare salvezza a tutti. Siamo missione con Lui.

+ Guglielmo Borghetti, Vescovo

Albenga, 29 settembre 2019

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