Il ricordo di don Luca Caprini, Vicario generale della Diocesi di Pitigliano, nel 10° anniversario dell’Ordinazione episcopale di Mons. Borghetti.

1) COME DEFINIRESTI MONS. BORGHETTI?

Per rispondere a questa domanda, citerò ‘La Regola Pastorale’ di San Gregorio Magno, il quale, nella Prima Parte della sua opera, quella in cui parla dei requisiti che devono avere i pastori di anime, afferma testualmente, parlando, al n° 10, di ‘come deve essere chi si accosta al governo delle anime’: “Pertanto, in tutti i modi deve essere trascinato, a divenire esempio di vita, colui che morendo a tutte le passioni della carne vive ormai spiritualmente; ha posposto a tutto il successo mondano; non teme alcuna avversità; desidera solamente i beni interiori. Pienamente conformi alla sua intima disposizione, non lo contrastano né il corpo con la sua debolezza né lo spirito col suo orgoglio. Egli non è condotto a desiderare i beni altrui, ma è largo dei propri. Per le sue viscere di misericordia si piega ben presto al perdono ma non deflette dalla più alta rettitudine, passando sopra più di quanto conviene. Non commette nulla di illecito, ma piange come proprio il male commesso dagli altri. Compatisce la debolezza altrui con tutto l’affetto del cuore, gioisce dei beni del prossimo come di successi suoi. In tutto ciò che fa si mostra imitabile agli altri, così che con loro non gli avviene di dover arrossire nemmeno per fatti passati. Si studia di vivere in modo tale da essere in grado di irrigare, con le acque della dottrina, gli aridi cuori del suo prossimo. Attraverso la pratica della preghiera, ha imparato per esperienza che può ottenere da Dio ciò che chiede, lui cui in modo speciale è detto dalla parola profetica: Mentre ancora tu parli, io dirò: Eccomi, sono qui (Is. 58, 9). Credo che queste parole di S. Gregorio Magno possano delineare, a mio avviso seppur parzialmente, la figura sacerdotale e umana di Mons. Borghetti.

2) COSA RICORDI DEL VOSTRO PRIMO INCONTRO?

Il nostro primo incontro avvenne quando, a pochi giorni dall’annuncio della sua nomina a Vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello, insieme agli altri sacerdoti membri del Collegio dei Consultori ci recammo nella sua parrocchia di Montignoso, a Massa, per salutarlo e per concordare con lui i primi aspetti organizzativi in vista del suo ingresso in Diocesi.

Ci venne a prendere nella piazza del paese, al parcheggio, e la prima cosa che mi colpì fu il fatto che nel tragitto dalla piazza alla chiesa parrocchiale si dovette fermare svariate volte per salutare e per ricevere gli auguri e i complimenti per il suo nuovo incarico. Molti esprimevano tristezza per il fatto che da lì a poco sarebbe dovuto andar via…Impiegammo molti minuti per fare poche centinaia di metri. L’immagine che mi venne da questa esperienza era quella di un sacerdote ‘vero’, donato completamente alla sua gente, il quale, con il tempo, si era perfettamente inserito nel tessuto umano del paese tanto da diventare ‘uno di famiglia’ per il quale rattristarsi in caso di partenza e per il quale gioire in caso di ‘promozione’.

3) ALTRI RICORDI CHE HAI DI LUI COME VESCOVO DI PITIGLIANO

Come Vescovo di Pitigliano, nei 5 anni in cui ha guidato la nostra Diocesi, credo che Mons. Borghetti abbia lasciato a ciascuno di noi tanti ricordi che forse è più giusto tenere nel profondo del nostro cuore. C’è però una ‘consegna’, un ‘dono’ che lui ci ha lasciato, un atteggiamento positivo che lui ha cercato di trasmettere e che molti di noi stanno cercando di portare avanti, pur nelle mille difficoltà della nostra vita. Credo che nella sua esperienza qui a Pitigliano ci abbia trasmesso il gusto per il lavoro ‘serio e assiduo’ per il Regno di Dio, il lavoro faticoso, giornaliero, puntuale, preciso, costante, il quale ti permette di raggiungere i tuoi obiettivi e che, al tempo stesso, ti costruisce dentro, giorno dopo giorno, non un lavoro improvvisato, ma ‘riflettuto’, preparato, pregato, un lavoro per il bene della Diocesi e al servizio del ‘progetto’ d’amore del Vangelo.

 

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